Chef Giorgio Locatelli e la Locanda chiusa a Londra: “Poteva uccidermi”

Lo chef in un'intervista rilasciata a Il Corriere della Sera, racconta qualche dettaglio in più sul suo nuovo progetto a Londra e spiega la chiusura del ristorante Locanda Locatelli lo scorso 31 dicembre

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Un arrivederci alla cucina che vede abbassare la serranda e girare la chiave nella serratura di Locanda Locatelli. Una scelta dibattuta ma necessaria quella intrapresa da Giorgio Locatelli che con poche parole ha delineato la situazione: “Un ristorante può toglierti così tanto che può letteralmente ucciderti“. Lo chef esce allo scoperto e spiega le ragioni che hanno portato alla chiusura, annunciata a gennaio, della sua creatura londinese. In un’intervista rilasciata a Il Corriere della Sera, il celebre giudice di Masterchef Italia racconta le difficoltà avute nella gestione del ristorante dopo 23 anni di attività e una stella Michelin, nonostante il successo e un utile lordo di mezzo milione di sterline nel 2024.

Locatelli alla Locanda: “Grazie a Dio ti ho ucciso”

Se all’inizio sembra un mistero il vero motivo della chiusura del tutto inaspettata della leggendaria attività, Locatelli ora fa luce sulla notizia che era stata annunciata tramite un post pubblicato su Instagram. Sembra, infatti, che a far chiudere i battenti della celeberrima Locanda siano stati la scadenza del contratto di locazione e il mancato accordo della proprietà dell’immobile. “La richiesta dell’affitto era troppo alta“, spiega lo chef a colloquio con la giornalista Benedetta Moro. Ma dietro alla decisione definitiva si cela anche un questione più intima, a tu per tu con se stesso.

E’ il peso della gestione di un ristorante di questo livello portato sulle spalle da oltre 20 anni, “un terzo della mia vita“, ad aver determinato un zoom out dalla frenesia e dalle aspettative sempre più alte di un vita dedicata ad una ristorazione di questo tipo. “Quando ho chiuso la porta della cucina per l’ultima volta, ho pensato: ‘grazie a Dio ti ho ucciso, non mi hai ucciso tu“, confessa Locatelli puntualizzando che lo stress derivante da una gestione corretta e trasparente porta a sacrificare la vita personale, quando non dovrebbe essere così.

Molti ristoranti – fa notare lo chef – non riescono più a garantire un equilibrio tra vita privata e lavoro” riferendo di averanticipato il burnout” che sarebbe potuto derivare dal mantenere l’attività a pieno regime. Bisogna, secondo Locatelli, riuscire a trovare il giusto equilibrio tra i due mondi in cui la vita si dispiega.

Ma, al “pagare correttamente i dipendenti, fargli fare del training, impiegarli realmente per le canoniche 8 ore al giorno per 5 giorni a settimana” si è aggiunto l’aumento del costo delle materie prime di qualità a causa della Brexit nonché la crescente difficoltà nel reperire personale qualificato. Inoltre, “mi stressano le critiche senza senso dei social creator che non capiscono nulla e vengono lì a giudicare promuovendo commenti umilianti e gratuiti“, dichiara con una certa verve lo chef di Vergiate apprezzando invece le “critiche costruttive dei giornalisti che al contrario sono preparati“.

Locatelli, il nuovo progetto di Londra

Bar Giorgio, un ristorante da 80 coperti e un’esclusiva club house per i donatori. Questo il nuovo progetto a cui Giorgio Locatelli darà il via a inizio maggio. Nella cornice della National Gallery di Londra, lo chef farà approdare la cucina tricolore nel museo sotto queste tre differenti formule. “Per la prima volta – spiega entusiasta lo chef – la cucina italiana entrerà alla National Gallery e sarà meno elitaria“.

Quindi, Locatelli avrà anche chiuso la sua Locanda londinese ma non smetterà mai di dedicarsi alla sua sua passione e anzi, come tiene a sottolineare potrà ora concedere più tempo per la famiglia.

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