L’intelligenza artificiale Deepseek torna sotto i riflettori, questa volta sullo sfondo della guerra economica tra Stati Uniti e Cina. L’amministrazione Trump starebbe valutando di applicare misure restrittive nei confronti dell’IA di Pechino che, a pochi mesi dal lancio ufficiale, ha sconvolto il mondo tecnologico nonché Wall Street.
Tra le misure che il governo americano starebbe vagliando, ci sarebbero anzitutto delle sanzioni che impedirebbero all’azienda cinese di acquistare tecnologie dagli Stati Uniti, ma soprattutto, stando a quanto riportato dal New York Times, si starebbe anche ventilando l’ipotesi di interdire ai cittadini Usa l’accesso ai servizi offerti dall’Ia.
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A sollecitare delle misure da parte del governo è stata una sottocommissione della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti dedicata alla Cina, che ha anzitutto invitato a incrementare i controlli sull’app di Intelligenza artificiale, ritenuta a tutti gli effetti un “pericolo per la sicurezza nazionale“.
Il deputato repubblicano del Michigan, John Moolenaar, a capo della commissione in questione, ha infatti dichiarato: “DeepSeek non è solo un’applicazione di intelligenza artificiale, ma un’arma tecnologica usata dal Partito Comunista Cinese per raccogliere informazioni sugli americani“. L’accusa nei confronti dell’IA cinese, più nello specifico, è di raccogliere i dati dei cittadini Usa per trasmetterli in Cina attraverso una rete informatica collegata a un’impresa militare cinese. Inoltre, sempre secondo le ricerche svolte dalla commissione, il training dell’IA sarebbe stato fatto attraverso metodi illegali, tra cui il furto di modelli di intelligenza artificiale di proprietà statunitense.
La commissione ha quindi avviato un’indagine che, come riportato sempre dal New York Times, sta raccogliendo informazioni sulla vendita di chip da parte dell’azienda americana Nvidia in Asia. L’obiettivo è chiarire se la società stia contribuendo a sostenere significativamente Deepseek fornendogli tecnologie indispensabili per lo sviluppo dell’IA, con le quali starebbe tuttavia violando le normative statunitensi. L’azienda californiana, dal canto suo, ha pubblicato un post su X in cui afferma di attenersi in modo scrupoloso alle direttive del governo in materia di sicurezza, specie per quanto concerne l’esportazione di tecnologie.
Recentemente Nvidia ha reso noto di aspettarsi di subire perdite molto significative dalle restrizioni già imposte dal governo Usa sulla vendita di chip per lo sviluppo delle IA. Il danno ammonterebbe a circa 5 milioni e mezzo di dollari. Per questo motivo l’azienda ha dichiarato nei giorni scorsi che i suoi supercomputer di intelligenza artificiale inizieranno ad essere realizzati interamente negli Stati Uniti, aggiungendo che la previsione è di riuscire a produrre fino a 500 miliardi di dollari in infrastrutture IA.
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