La Champions League 24/25 si sta avvicinando verso il suo atto conclusivo. Al termine di un doppio confronto emozionante tra Inter e Barcellona è uscita la prima finalista del torneo.
All’andata, nello spettacolare 3-3 al Montjuic, l’Inter non ha approfittato a pieno di tutti gli spazi lasciati dalla squadra di Hans Flick nella propria metà campo e si è fatta recuperare sia il doppio vantaggio del primo tempo che il 3-2 di Denzel Dumfries nel secondo. Ma il posizionamento troppo alto, quasi irrazionale, della difesa dei catalani ha dato nel corso di tutta la partita l’idea che i nerazzurri potessero segnare da un momento all’altro.
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È una pioggia di gol anche al ritorno. E a sorridere alla fine dei tempi supplementari è l’Inter. Finisce 4 a 3 e i nerazzurri tornano a giocarsi una finale di Champions League a due anni di distanza dalla sconfitta di Istanbul contro il Manchester City.
Il ritorno della semifinale di Champions League
Questa sera, nel primo tempo a San Siro, i giocatori di Simone Inzaghi hanno approfittato dell’integralismo di Flick e hanno fatto molto male al Barcellona. L’Inter passa in vantaggio al 21′: Dani Olmo perde una palla pericolosissima nella propria trequarti, gliela ruba Federico di Marco, imbuca per Dumfries che, solo davanti al portiere, appoggia a Lautaro Martinez che segna a porta vuota il gol dell’1-0. Il capitano, fino all’ufficialità delle formazioni nel pre-partita, è stato in dubbio per la partenza dal primo minuto.
Il 2-0 di Hakan Calhanoglu arriva nel recupero del primo tempo su un calcio di rigore conquistato da Lautaro; l’arbitro aveva inizialmente lasciato proseguire, ma ha cambiato idea dopo il richiamo del VAR.
Al duplice fischio l’Inter era a un passo dalla finale di Champions League. Ma il secondo tempo è tutta un’altra partita. L’atteggiamento spregiudicato del Barcellona dà i suoi frutti. Eric Garcia raccoglie un cross da sinistra, colpisce al volo di piatto destro e incrocia sotto il sette per il gol che dimezza lo svantaggio.
Soltanto un intervento miracoloso del portiere nerazzurro Yann Sommer evita il pareggio. Il 2-2, però, è solo una questione di minuti perché al 60esimo viene servito l’inserimento in area di Dani Olmo che, lasciato da solo, sigla di testa il pareggio.
San Siro trema quando l’arbitro fischia un rigore in favore del Barcellona, ma il Var ancora una volta viene in soccorso dell’Inter e rettifica la prima decisione perché il fallo è avvenuto appena qualche centimetro fuori area.
Sembrava che il 2-3 di Raphinha al 88esimo avesse deciso questa semifinale di Champions League, invece, il gol al 93′, da centravanti vero, di un difensore di razza come Francesco Acerbi ha fatto cadere giù tutta San Siro. Come all’andata, i 90 minuti finiscono sul 3-3.
La rete provvidenziale di Acerbi ha dato una spinta in più all’Inter per affrontare i tempi supplementari. I padroni passano di nuovo in vantaggio al nono minuto: sponda in area di Mehdi Taremi, Davide Frattesi controlla, aspetta l’attimo giusto e di sinistro piazza il pallone proprio dove Wojciech Szczęsny non può arrivarci. Al 114 Sommer si traveste di nuovo da supereroe e toglie dall’incrocio il tiro a giro di Yamal.
I giocatori dell’Inter sono stremati, lottano con le unghie e con i denti e allo scoccare del minuto 122 possono liberare l’urlo di liberazione alla fine di una partita da cuori forti. Si fa festa a San Siro perché i nerazzurri sono in finale di Champions League
La finale di Champions League
L’Inter compie l’impresa e ora davanti a sé si trova un solo ostacolo che la separa dalla vittoria della “coppa dalle grandi orecchie”. Prima di conoscere l’avversaria della finale di Monaco di Baviera, i nerazzurri dovranno attendere l’esito del match di ritorno dell’altra semifinale di Champions League tra Paris Saint Germain e Arsenal, previsto per domani al Parco dei Principi di Parigi.
Lamine, il predestinato
Nel corso dei 120 minuti, però, si sono viste per l’ennesima volta le prodezze di Lamine Yamal. Il 17enne, campione d’Europa con la Spagna, non ha trovato il gol, ma ha dato sempre l’impressione di poter regalare una magia. Yamal ha qualcosa in più di tutti gli altri ed è capace di creare improvvisamente calcio, anche in un fazzoletto di campo.
Al di là di questa semifinale di Champions League, lui è un vero candidato per portarsi a casa il prossimo Pallone d’Oro. Sarebbe ovviamente il più giovani a riuscirci. Se non dovesse riuscirci quest’anno, sarà sicuramente uno dei candidati favoriti delle prossime stagioni. Il paragone con il fenomeno argentino, ora a Miami, sembrerebbe non più così esagerato.
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