La Partita del cuore è stata il giusto preludio di quello che la segretaria dem, Elly Schlein, sogna da mesi. Il tanto agognato campo largo sta prendendo forma e la conferma arriva in un’intervista del leader di Italia Viva, Matteo Renzi, al Corriere della Sera, in cui rivela come sia l’unica strada percorribile per porre fine al potere del centrodestra.
Da settimane in molti hanno visto un cambiamento radicale rispetto un nuovo rapporto tra Pd e Iv. Su questo l’ex premier risponde: “ Sì. Forte del successo alle Europee, il Pd di Schlein ha detto: vogliamo costruire l’alternativa e per farlo non mettiamo veti. Questo significa che cade il veto che su di noi era stato messo nel 2022. Ma anche noi abbiamo un obbligo, allora: non possiamo mettere veti sugli altri, a cominciare dai Cinque Stelle. Il no ai veti non può che essere reciproco. Noi alle Europee abbiamo sfiorato il 4% e dunque abbiamo un consenso che alle prossime politiche può fare la differenza in almeno una trentina di collegi marginali. Saremmo decisivi. Per noi è tempo di scelte. O si riapre la partita del Terzo Polo o si prende atto che il centro è decisivo solo se si allea in modo strutturale“.
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Le parole di Renzi
Di certo Renzi non rinnega il passato: “Aver mandato a casa Salvini al Papeete, aver portato Draghi, aver costruito le condizioni per il bis di Mattarella“, ma guarda il futuro: “Costruire un centro che guarda a sinistra, per dirla con De Gasperi. Accettare la nuova sfida significa costruire una coalizione organica dove noi proviamo a occupare il campo riformista almeno come altri provano a occupare lo spazio più a sinistra. Questa sarà la proposta che porterò all’Assemblea Nazionale di Italia Viva“.
Il campo largo sembra dunque essere la via percorribile per smontare il potere dell’esecutivo Meloni. “Non facciamola lunga: non solo è possibile ma è anche l’unica alternativa per evitare che ci teniamo per lustri Giorgia Meloni con sorelle, cognati e compagnia cantante. La maggioranza è divisa su tutto, dalla politica estera ai vaccini per i bambini. Però sta insieme grazie al potere, perché usa il potere, senza pudore. L’alternativa è semplice: subire o reagire. Per reagire va costruita l’alternativa, dichiarando chiusa la stagione dei veti e mettendo insieme i voti“, ha ribadito Renzi.
Renzi e i disappunti con il Pd
Se son rose, fioriranno. Eppure sembrano esserci dei punti tra i programmi dei due partiti che non si trovano neanche lontanamente in accordo. Renzi spiega che Iv ha aderito – insieme al Pd – il referendum per bloccare la riforma dell’autonomia differenziata: “Sull’autonomia abbiamo le idee molto chiare. Al Sud aumenteranno le diseguaglianze, soprattutto sulla sanità. Al nord aumenterà la burocrazia, soprattutto per le imprese. Questa riforma scontenta tutti. In questo fine settimana inizieremo a raccogliere le firme“.
Sul Jobs Act: “Siamo divisi tra riformisti, anche Pd, e sinistra più radicale. Io non cambio idea: la riforma ha fatto bene al Paese, facendo crescere il lavoro a tempo indeterminato. Ma la sfida di oggi non è parlare di ciò che è avvenuto nell’Italia del 2014. Mi interessa di più capire come creare lavoro nei prossimi dieci anni. Come impatta sul mondo del lavoro l’intelligenza artificiale, dalle nuove figure professionali alla sicurezza, tema su cui abbiamo fatto un convegno in Senato proprio ieri. Come creare ricchezza, aumentare produttività, migliorare i servizi? Difendo e difenderò sempre il Jobs Act: ha creato più di un milione di posti di lavoro. Ma è tempo di scrivere il futuro pensando ai nostri nipoti, non ricordando i tempi che furono“.
Genova con il caso del governatore Toti, invece, divide i partiti del centrosinistra. Conte, Schlein e gli altri sono andati a chiedere le dimissioni di Toti, mentre Renzi e Italia Viva no. “Non ho mai chiesto le dimissioni di un politico perché indagato. Non inizierò adesso. Puoi chiedere le dimissioni per ragioni politiche, cosa che abbiamo fatto anche con Toti. Ma mai abbiamo chiesto dimissioni per una indagine. Il garantismo per me è valore costituzionale e non cederò mai all’uso politico della giustizia come hanno detto anche gli amici di Più Europa“.
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