In settimana giro di riunioni. In Senato arriva un freno all’autonomia. Presidenzialismo? La premier annuncia una riforma light
Avanti spediti sulle riforme. Quelle istituzionali, su cui ci saranno una serie di riunioni in settimana, ma anche quella del fisco e quella della giustizia, che potrebbe arrivare in Cdm nelle prossime settimane. Incassato il risultato per certi versi storico delle amministrative, Giorgia Meloni torna a concentrarsi sui dossier più urgenti con la consapevolezza di poter partire da un punto di forza nelle interlocuzioni. Nel pomeriggio di domani vedrà le parti sociali per tracciare per tempo, anche dopo le polemiche del primo maggio, una road map delle cose da fare. E mercoledì farà il punto coi suoi sul nuovo assetto istituzionale da proporre in primis agli alleati.
L’incontro con i sindacati
Tenere aperto il dialogo con il mondo del lavoro è uno dei pallini della premier, spiega chi le sta vicino. Per questo domani si siederà prima con Cgil, Cisl, Uil e Ugl e poi con i rappresentanti delle imprese. “Tutti devono essere coinvolti” il messaggio che vuole mandare Meloni, fermo restando che le decisioni poi competono a chi ha “l’onere e l’onore di governare”. Si parlerà delle ricette per contrastare l’inflazione ma anche della riforma delle pensioni (chiodo fisso della Lega) per la quale finora, anche dal Def, non sono emersi margini. Si tratta di una riforma che costa, così come di risorse avrà bisogno la delega fiscale.
Il nodo sul presidenzialismo
L’orizzonte non è certo immediato ma, questo il ragionamento, è meglio iniziare ad aprire per tempo i vari tavoli. Ma anche giustizia e riforme istituzionali, un punto che la premier ribadirà alle parti sociali, sono “riforme economiche”. Stabilità dei governi e rispetto del voto restano i due capisaldi, come ha ribadito Meloni rilanciando sui social una sua intervista di domenica. Ma sembra difficile che si possa andare dritti sull’idea originale del presidenzialismo – anche dopo la frenata di Matteo Salvini: sempre più probabile che la proposta ricada sul premierato, che potrebbe raccogliere anche il consenso del Terzo Polo, e di cui la ministra Elisabetta Casellati parlerà domani con i gruppi di Fi (il suo partito), dopo gli incontri con la premier a Palazzo Chigi. La ministra ha più volte assicurato che la sua sarà una riforma light, a differenza ad esempio di quella voluta da Matteo Renzi (e che gli fu fatale come premier). “Saranno cambiate pochissime norme”, ha garantito anche dal palco del Festival dell’Economia di Trento venerdì scorso.
Una tabella di marcia affollata
L’obiettivo rimane quello di presentare un disegno di legge tra giugno e luglio, in modo da fare marciare il più possibile in parallelo la riforma con l’autonomia differenziata. Al Senato, dove il ddl Calderoli sarà ancora nella fase delle audizioni fino a metà giugno, la commissione Bilancio valuterà domani se avviare una indagine conoscitiva sui costi dell’autonomia, e in particolare sulle risorse necessarie a garantire i Lep, avanzata dal Movimento 5 Stelle. Proposta cui hanno aperto anche FI e FdI che se passasse, però, inevitabilmente rallenterebbe il percorso della riforma bandiera della Lega.