“Io non volevo finire logorato, i calabresi lo hanno capito“, è questa la riflessione di Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, a poche ore dalla conferma del suo secondo mandato. Una vittoria che giunge dopo un periodo complesso, costellato da insicurezze e timori. Di fronte alle indagini sui sospetti bonifici riguardanti il periodo precedente alla sua prima elezione a governatore, l’esponente di Forza Italia ha voluto mettere in atto una prova di forza, dimostrando la sua lealtà alla Regione e soprattutto la volontà di migliorarla.
Le Regionali in Calabria si sono trasformate in una conferma non ignorabile. Occhiuto si è confermato vincitore con il 57,26% delle preferenze, contro il 41,73% di Pasquale Tridico, esponente del centrosinistra. Il terzo candidato Francesco Toscano di Democrazia sovrana popolare, ha ottenuto l’1,01%. Una super conferma che soddisfa grandemente Occhiuto. “Mi sono dimesso perché, dopo l’inchiesta, vedevo come venivo percepito dai collaboratori, da altri dirigenti. Come un presidente dimezzato“, ha spiegato, aggiungendo di essersi reso conto che, a causa delle indagini, avrebbe avuto numerose difficoltà.
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Calabria, Occhiuto: “Le inchieste non vanno strumentalizzate”
“Alcune pratiche che in passato avrei risolto in un minuto restavano bloccate“, ha spiegato a La Repubblica, aggiungendo che la sua scelta di dimettersi non è in alcun modo un tentativo di mandare un messaggio ai magistrati. “Le inchieste non vanno strumentalizzate“, però voluto chiarire, aggiungendo che purtroppo a volte questo può accadere.
Ora, quindi, è il momento di guardare al futuro e lavorare per una Regione con una economia in difficoltà. “Prima dell’autonomia, che non temo, è giusto trovare le risorse per finanziare i diritti sociali e civili, cioè i Lep“, ha spiegato Occhiuto, aggiungendo di credere nell’iniziativa del Ponte sullo Stretto, ma non per il ponte in sé, ma per le prospettive che questo può avere a livello infrastrutturale. “L’ho detto anche a Salvini: il ponte deve essere un attrattore di altri investimenti“, ha spiegato.
Occhiuto si è poi rivolto al suo avversario, il pentastellato Pasquale Tridico, offrendogli la mano. “L’ho ringraziato, gli ho chiesto di collaborare in qualsiasi ruolo lo ritenga opportuno“, ha sostenuto il governatore, aggiungendo di avergli spiegato di credere utile una “pacificazione della Regione dopo una campagna elettorale con fake news e toni che ci hanno fatto a volte soffrire molto“.
Calabria, Tridico: “Servivano proposte radicali per l’intervento pubblico in economia”
Lo stesso Tridico ha ammesso le sue colpe e quelle della coalizione che lo ha sostenuto. Dopo due elezioni fallimentari, parte del centrosinistra ha iniziato a mettersi in discussione. “La politica deve dare risposte“, ha sostenuto il pentastellato, aggiungendo che il campo progressista non deve avere paura di fare proposte, soprattutto se si tratta di “proposte radicali che coinvolgono l’intervento pubblico in economia“.
Il pensiero di base è che la Calabria non sia una Regione in grado di supportarsi in autonomia. “Lo dico con grande amarezza e con grande sincerità, purtroppo. Il mercato da solo in Calabria non ce la fa“, ha spiegato Tridico, aggiungendo che su questi temi avrebbe dovuto investire il centrosinistra, cercando di proporre un piano industriale apposito per la Regione.
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