Dior Homme cambia vesti: Jonathan Anderson è il nuovo direttore creativo

Dopo l'addio del designer britannico Kim Jones, arriva l'annuncio ufficiale del brand. Ora le redini di Dior Homme saranno in mano al nordirlandese Jonathan Anderson che ha lasciato Loewe esattamente un mese fa

4 Min di lettura

Addio Kim Jones, benvenuto Jonathan Anderson. La linea maschile di Dior scivola nelle mani dello stilista nordirlandese che esattamente un mese fa abbandonava la direzione creativa di Loewe dopo 11 anni di matrimonio. La notizia è stata ufficializzata dalla maison insieme all’annuncio che il nuovo direttore creativo creerà la prossima collezione Homme di giugno.

Le voci di corridoio che in questi mesi hanno popolato set, uffici e bar scaturite dall’uscita di scena del designer britannico dello scorso 31 gennaio, hanno trovato ora il silenzio. Dopo 7 anni di dedizione alla creazione delle collezioni uomo di Dior, Kim Jones aveva espresso la sua gratitudine agli atelier che lo hanno accompagnato in questo viaggio, senza tralasciare il ringraziamento per il sostengo ricevuto da Bernard e Delphine Arnault, per poi chiudere la porta della maison alle sue spalle.

E così mentre si attende di sapere che ne sarà del futuro dello stilista, ci si gode Jonathan Anderson che varca la soglia dell’antica maison francese. Accomunati dalla stessa idea, a proposito del destino della moda, ovvero che ci si trovi in piena evoluzione, in un momento inquietante, e quindi bisogna proporre “qualcosa di sicuro“, come delineato da Jones, il nordirlandese vanta la stoffa di aver sempre avuto la creatività giusta per essere designer.

La carriera, da JW Anderson a Loewe

Classe ’84, Anderson scivola quindi all’interno di LVMH dal brand spagnolo Loewe al francese di Dior, nel gruppo che possiede anche una quota di JW Anderson, l’azienda fondata dallo stilista nel 2008, quando aveva appena 23 anni. Anderson è molto noto anche per le sue collaborazioni con altre aziende, per esempio quella con il marchio giapponese Uniqlo, per cui ha curato diverse collezioni.

Dopo essersi laureato in moda maschile, Anderson lavorò come vetrinista nei negozi di Prada a Londra, un po’ alla Giorgio Armani presso la Rinascente, quando ancora non sapeva di poter spendere le sue doti nella moda. Così, fino al 2008 il nordiralndese rimase da Prada, quando fondò il marchio JW Anderson, William è il suo secondo nome, inizialmente dedicato solo all’abbigliamento da uomo.

Nel 2013 il gruppo LVMH acquistò una quota di minoranza del suo brand e gli affidò la guida di Loewe, un marchio di pelletteria fondato a Madrid nel 1846, che sgomitava per farsi strada nella moda contemporanea ma a fatica. Grazie anche a trovate innovative e sperimentali, nel giro di pochi anni Loewe è riuscito a diventare un marchio riconoscibile, desiderabile e popolare, raggiungendo l’attuale valore di 2 miliardi di euro.

La firma Anderson

Jonathan Anderson è noto per la sua estetica idiosincratica, spiegata come “nella moda spesso saltiamo alla conclusione che sia necessaria una rivoluzione, ma a volte la vera rivoluzione sono le piccole cose“. Difatti, i colpi di scena sono ormai la sua cifra stilistica per ogni collezione che ha disegnato. Dalla pigeon cluth, a canarini, rane e ricci fino alle casette delle fiabe ricamate sui maglioni, o ancora il tema del sonno che è fil rouge delle sue passerelle. Si spera dunque di veder scarpe con palloncini, e gocce di pittura al posto di tacchi o cinturini anche per Dior.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo