Stabilire se la pace in Ucraina sia possibile è una questione centrale al momento. A dirlo è il segretario di Stato Usa Marco Rubio, a conclusione del meeting che si è tenuto a Parigi con Emmanuel Macron e l’inviato speciale statunitense, Steve Witkoff. E’ questione di priorità ma anche e soprattutto di tempo per Rubio, che ha sottolineato l’importanza di giungere a una conclusione sulla fattibilità di una tregua “nei prossimi giorni“.
Se questo non accadrà, e se la risoluzione del conflitto dovesse continuare a sembrare una possibilità remota, gli Usa potrebbero valutare di fare un passo indietro come mediatori. Il segretario di Stato ammonisce le parti, e in modo particolare l’Europa, precisando che “gli Stati Uniti hanno altre priorità“, e che se non si raggiungerà a breve un accordo per l’Ucraina, potrebbero “voltare pagina“. “Non è la nostra guerra. Non l’abbiamo iniziata noi. Gli Stati Uniti hanno aiutato l’Ucraina negli ultimi tre anni e
vogliamo che finisca, ma non è la nostra guerra“, ha concluso Rubio con fermezza.
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Francia, Regno Unito e Germania potrebbero invece assumere un ruolo importante per “contribuire a far progredire le cose e ad avvicinarci alla risoluzione” del conflitto. “Ho
trovato le loro idee molto utili e costruttive“, ha detto il segretario dell’amministrazione Trump ai giornalisti poco prima di ripartire per gli Stati Uniti.
Il Cremlino a Rubio: “I progressi nel negoziato ci sono, ma restano questioni difficili”
Alle dure parole di Rubio arriva però il commento a smentita da parte del Cremlino con una visione più positiva sullo stato di avanzamento dei negoziati.“Probabilmente, questa domanda dovrebbe essere posta a Washington, ma crediamo che si possano già notare alcuni progressi“, anche se rimangono “molte difficili discussioni da affrontare“. Così, il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, nel suo briefing con la stampa, ha risposto alla domanda se pensa che gli Usa potrebbero cessare la loro mediazione sull’Ucraina se non si arriverà alla pace, come detto dal segretario Rubio.
“Questi progressi – ha spiegato Peskov – sono legati alla moratoria per non colpire le infrastrutture energetiche. La Federazione Russa ha aderito a questa moratoria, il che non si può dire della parte ucraina“.
Allo stesso tempo, Peskov ha ammesso che la tregua di 30 giorni sulle infrastrutture
energetiche è “scaduta“. Russia e Ucraina si sono ripetutamente accusate a vicenda di violazioni. Riguardo alle dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che si aspetta Mosca fornisca una risposta alla proposta di cessate il fuoco “questa settimana“, il portavoce russo ha invitato alla cautela. “La questione della soluzione ucraina è complessa. – ha ribadito – La parte russa è favorevole alla risoluzione di questo conflitto, difendendo i propri interessi ed è aperta al dialogo“.
Ambasciatore russo all’Onu: “Irrealistica la tregua in Ucraina”
Ancor più scettica sul destino della guerra è la prospettiva dell’ambasciatore russo all’Onu Vasily Nebenzia, che durante un briefing ha dichiarato che “Al momento un cessate il fuoco in Ucraina è irrealistico“. La causa di questa infattibilità risiederebbe nel comportamento di Kiev, che ha violato la moratoria sugli attacchi alle infrastrutture energetiche. “Abbiamo tentato un cessate il fuoco limitato per quanto riguarda le infrastrutture energetiche, che non è stato rispettato dalla parte ucraina. Nelle circostanze attuali, parlare di un cessate il fuoco è semplicemente irrealistico in questa fase“.
Intanto continuano gli attacchi, un raid missilistico russo si è abbattuto stanotte su Kharkhiv, provocando la morte di una persona e almeno 67 feriti, fra cui due bambini. Il bombardamento ha colpito un condominio all’interno di una zona densamente popolata della città dell’Ucraina orientale.
A dare notizia dell’accaduto, come riporta Ukrinform, è stato il sindaco di Kharkhiv Igor Terekhov, tramite Telegram: “Secondo le informazioni preliminari, l’attacco su Kharkiv è
stato effettuato con missili balistici con munizioni a grappolo. Per questo motivo le aree colpite sono molto estese“
Torna ad essere colpita anche la città di Sumy, in un attacco con i droni che si è verificato durante la notte. Il raid russo ha ucciso una persona. Come precisato dal sindaco ad interim della città, che ha riferito la notizia, tre droni kamikaze Shahed
hanno colpito un impianto industriale.
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