Mentre Mosca martella l’Ucraina su fronte orientale, Kiev prova a tenere alte le difese con la Russia. E in questo tira alla fune arrivano da Berlino i tanto attesi missili Patriot e da Roma il ministro della Difesa, Guido Crosetto, fa sapere che la linea non cambia.
“Noi continuiamo ad aiutare Kiev con quello che possiamo“, ha spiegato il ministro a margine della presentazione del calendario della Difesa a Palazzo Esercito a Roma, avanzando l’offerta che “probabilmente sì, costruiremo un nuovo pacchetto che presenterò a breve nelle modalità degli altri pacchetti“. L’intervento di Crosetto si inseriva difatti nello scenario del dodicesimo pacchetto di aiuti indirizzato all’Ucraina.
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Quanto ai Patrioti inviati dalla Germania, “questo Paese ce li ha e può mandarli” ha puntualizzato specificando che l’Italia ha mandato tutto ciò che era a disposizione, che restano comunque secretati, “senza indebolire la Difesa italiana più di quanto già non lo sia“.
Un punzecchiare pessimistico tipico del ministro che difatti prende concretezza nel considerare l‘aumento delle spese della Difesa “non un elemento di dibattito politico, ma una necessità“. Per Crosetto, infatti, si tratta di un dossier indispensabile perché “ci sia la pace in Italia“, poi “se fra 5 anni pensiamo che il mondo è cambiato in meglio, allora disinvestiremo“.
La guerra in Ucraina, sebbene Kiev abbia negato, è chiaro che veda l’esercito ucraino faticare nel settore: solo nella giornata di ieri, un nuovo tentativo da parte delle forze armate ucraine di sfondare “a bordo di un veicolo corazzato da combattimento verso il villaggio di Grishino è stato sventato“, ha affermato il ministero della Difesa russo, aggiungendo che “tutti i militanti sono stati uccisi” e che “l’accerchiamento si stringe“.
Insomma, nonostante i tentativi ucraini di contenere i danni, gli osservatori militari sono quasi tutti concordi nel giudicare quantomeno difficile, se non impossibile, immaginare di poter ribaltare l’attuale svantaggio di Kiev sul fronte. Il ministro Crosetto in questo senso sembra avere le idee piuttosto chiare: “Il limite di ciò che può accettare o meno lo decide l’Ucraina e non noi. Ribadisco che è difficile che l’Ucraina possa riconquistare una parte dei territori persi, la Crimea in primis che non è più sua dal 201“.
Quindi, per il ministro di FdI, il tema su cui dovranno concentrarsi gli ucraini è qual sia il limite da non superare per accettare una pace, “però il problema più grosso è che la Russia, per ora, non ha mai dimostrato neanche la volontà di affrontare la pace, neanche parlando di cessione dei territori, perché questa è la realtà”.
In sostanza, in questo variopinto scenario, la strategia di Mosca appare piuttosto chiara: martellare l’Ucraina mentre la diplomazia è in stallo e tenere alta la tensione in Europa, che intanto deve far fronte ai nuovi episodi di sorvolo di droni su aeroporti e strutture di difesa.
Da parte sua, Kiev invece continua a puntare tutto sul pulsante cuore petrolifero russo. Lo stato maggiore ha rivendicato di aver colpito la raffineria del porto di Tuapse, a Krasnodar. Ma al contempo, la Russia continua ogni notte a sganciare la sua massiccia offensiva sulle città e le infrastrutture ucraine.
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