Sono ben 143 le donne nate in Groenlandia che hanno esposto una denuncia contro lo Stato danese a causa di una campagna segreta degli anni 60 e 70 che ha segnato le loro vite in modo indelebile. L’accusa principale riguarda l’applicazione forzata di dispositivi intrauterini (IUD) senza il loro consenso e spesso senza che ne fossero a conoscenza. Un trattamento non richiesto che faceva parte di una politica contraccettiva della Danimarca per limitare il tasso di natalità nell’allora territorio danese.
La sterilizzazione forzata di una cultura
L’avvocato delle querelanti, Mads Pramming, ha dichiarato: “La denuncia è stata presentata perché le mie clienti non hanno ricevuto alcuna risposta alle loro richieste di risarcimento in ottobre. I loro diritti umani sono stati violati, e loro stesse ne sono la prova“. Le donne coinvolte, molte delle quali non sapevano di aver ricevuto IUD, hanno subito le conseguenze di questa politica per decenni.
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In realtà, le 143 querelanti sarebbero solo una piccola percentuale delle vittime del sistema danese. Infatti, è stato rivelato che circa 4.500 giovani donne Inuit sono state sottoposte a questa procedura senza il loro consenso o quello delle loro famiglie. La rivelazione di questa campagna segreta è emersa grazie a una serie di podcast basati sugli archivi nazionali danesi, trasmessi nel 2022 dall’emittente DR. Questo scandalo ha sollevato interrogativi sulle relazioni storiche tra la Danimarca e la Groenlandia, un territorio che ha acquisito lo status di autogoverno nel 2009.
A ottobre, 67 donne hanno richiesto un risarcimento di 300mila corone danesi (equivalenti a 43.700 dollari) ciascuna. Tuttavia, le richieste sono rimaste senza risposta fino ad oggi. Pramming ha sottolineato che le denunce non si basano solo sulla ricerca della compensazione finanziaria, ma sull’affermazione dei diritti umani violati di queste donne. “Questa commissione e i suoi risultati non sono significativi in termini di casi. Non deciderà se i loro diritti sono stati violati, ma la giustizia potrà decidere“, ha aggiunto. La commissione d’inchiesta sulla politica danese nei confronti della Groenlandia, istituita lo scorso anno, dovrebbe pubblicare i suoi risultati nel 2025.
Inuit: un popolo perseguitato
Un evento drammatico che purtroppo non è l’unico caso di grave abuso di un governo verso la popolazione Inuit. Sempre nella storia delle relazioni tra la Groenlandia e la Danimarca, nel 2022, sei Inuit hanno ricevuto scuse e un risarcimento, più di 70 anni dopo essere stati separati dalle loro famiglie per partecipare a un esperimento per creare un’élite di lingua danese sulla vasta isola artica.
Similmente, l’anno scorso, il governo canadese è stato costretto a sborsare 2,8 miliardi di dollari di risarcimento a causa di un processo di assimilazione forzata avvenuto tra il 1884 e il 1998. Un processo in cui i bambini delle popolazioni Inuit e Métis venivano strappati alle loro famiglie per ricevere un’assimilazione culturale forzata all’interno di scuole residenziali governative. L’obiettivo del progetto era quello di compiere un vero e proprio genocidio culturale, sradicando definitivamente lo stile di vita degli aborigeni nel territorio canadese, e utilizzando anche metodi particolarmente violenti nel farlo. Dei 150mila bambini che fecero parte del progetto, buona parte morì a causa di malattie e malnutrizione, e chi sopravvisse raccontò storie di violenza fisica, sessuale e psicologica.
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