Sono almeno 70 le persone uccise dai raid di Israele che si sono abbattuti su Gaza soltanto nelle ultime 24 ore. A partire dall’alba di venerdì l’Idf ha colpito diverse case e campi profughi nel nord della Striscia, ma diversi attacchi mortali sono stati sferrati su tutto il territorio, in particolare nelle città del sud di Khan Younis e Rafah, su cui nelle ultime settimane si è stretta la morsa dell’esercito di Tel Aviv. A dare la notizia ad al Jazeera sono state diverse fonti mediche.
Di giorno in giorno la situazione diviene più drammatica per la popolazione civile, lasciata dal 2 marzo senza aiuti umanitari a fronteggiare attacchi continui. Anche gli ospedali di Gaza sono al collasso: in un’intervista pubblicata dai media palestinesi Hazem Musleh, un pediatra del Kuwaiti Hospital, racconta di come molti bambini stiano morendo o rischiando di perdere la vita a causa degli attacchi israeliani, che spesso durante la guerra si sono abbattuti proprio sulle strutture ospedaliere. Il blocco degli aiuti umanitari include anche cure ed equipaggiamento medico.
Raid statunitense sugli Houthi
Sessanta morti e circa 100 feriti. Questo il bilancio ancora in aggiornamento dopo il raid degli Stati Uniti sferrato sul porto yemenita e terminal petrolifero di Ras Issa. Il bilancio è stato comunicato ufficialmente dalle autorità sanitarie locali. Stando a quanto riportato dall’emittente televisiva Al-Masirah, questo è stato uno degli attacchi più violenti da parte di Washington dal momento in cui ha iniziato a intensificare le sue operazioni sull’area.
Dal canto loro gli Houthi hanno annunciato di aver lanciato diversi missili contro Israele e contro due portaerei statunitensi nel Mar Rosso, la Uss Harry Truman e la Uss Carlo Vinson. “La mobilitazione militare americana e il protrarsi dell’aggressione contro il nostro Paese non faranno che aumentare le nostre operazioni“, ha detto un portavoce militare degli Houthi durante una manifestazione nella capitale Sanaa
