John Elkann è pronto a riportare il gruppo Stellantis ai vecchi fasti. In un periodo in cui l’industria automobilistica sembra cedere sotto i contraccolpi dei dazi statunitensi e delle normative “scollegate dalla realtà” del Green Deal europeo, il Ceo ad interim della società di produzione automobilistica guarda al futuro con speranza e soprattutto con l’intenzione di procedere a testa alta e di “fare tutto quello che è in nostro potere per fare in modo che il gruppo diventi più forte in circostanza estreme“.
I fattori che al momento mettono maggiormente in difficoltà il settore dell’automotive sono molteplici. Dal caro energia e la narrazione pro-motore elettrico in Europa, passando per l’aumento delle tariffe sulle esportazione negli Usa, fino al rafforzamento del mercato cinese che, come ricorda l’erede della famiglia Agnelli, “quest’anno, per la prima volta, sarà più grande di quello americano ed europeo messi insieme“. Insomma, la situazione non è delle più floride, eppure, John Elkann non perde il suo sguardo positivo verso il futuro.
Leggi Anche
A rinfrancare gli umori del gruppo, infatti, intervengono le dichiarazioni del presidente Usa, Donald Trump, che ha annunciato la possibilità di una tregua sulle tariffe auto, sul modello di quelle sui dazi reciproci. Già solo questa ipotesi è bastata per smuovere al rialzo i titoli di tutto il comparto, permettendo al gruppo di chiudere in borsa con un +6,5% a 8,3 euro. “Le parole di Trump sui dazi per l’auto sono incoraggianti“, ha confermato Elkann, nel corso dell’assemblea annuale del gruppo, chiarendo che proprio questi sono i piccoli passi in avanti che possono aiutare il settore.
Elkann: “Non è troppo tardi, Usa ed Europa devono agire ora sul settore dell’automotive”
Al momento, comunque, la crisi non sembra ovviamente passata. Anche davanti all’eventuale dietrofront di Trump sui dazi al 25% su auto, alluminio e acciaio, Stellantis dovrà fare i conti con le scelte della Commissione europea in materia di transizione verde. Il tentativo di un passaggio graduale dal motore endotermico a quello elettrico, infatti, non sarebbe stato gestito adeguatamente, almeno secondo il pensiero del Ceo ad interim del gruppo.
“In Europa, le normative sulle emissioni di Co2 hanno imposto un percorso irrealistico di elettrificazione, scollegato dalla realtà del mercato“, ha tuonato Elkann mettendo i vertici dell’Ue di fronte alle presunte conseguenze delle loro decisioni. A queste problematiche, poi, si aggiunge il ritiro, “a volte brusco” degli incentivi all’acquisto e l’inadeguatezza del sistema di ricarica elettrico in Europa. Tutti questi fattori, sommati tra loro, avrebbero condannato il settore rispetto alla crescita dei competitor.
“I consumatori tardano a passare all’elettrico“, ha sottolineato il Ceo, avvertendo l’Europa sui rischi che la mancanza di domanda porta con sé. Europa e Usa potrebbero trovarsi di fronte ad una crisi senza precedenti, dovuta anche alla crescita incontrollata del settore dell’automotive cinese, che beneficia di aiuti statali e di strategie ben diverse da quelle adottate dalle altre due potenze. Elkann ha quindi ricordato come la produzione automobilistica europea sia di fatto una fonte di guadagni e di posti di lavoro che non può essere trascurata, per cui è arrivato ora il momento di agire.
“Non è troppo tardi se gli Usa e l’Europa adottano le misure urgenti e necessarie per promuovere una transizione armoniosa“, ha spiegato l’erede Agnelli, lanciando un nuovo appello ai vertici della Commissione, nella speranza di convincerli ad agire secondo strategie che tengono a mente per davvero i bisogni del settore.
Stellantis, le novità dell’assemblea annuale
Nel corso dell’assemblea annuale del gruppo Stellantis, Exor, la famiglia Peugeot e lo Stato francese hanno rappresentato il 46% dei diritti di voti, a causa degli effetti del buy back e della cancellazione delle azioni da parte di Stellantis. Tutti i punti all’ordine del giorno sono stati approvati, a partire dal bilancio al dividendo di 0,68 euro per azione, dimezzato rispetto al 2024.
Un punto fortemente contestato ha riguardato la decisione del gruppo di procedere con la liquidazione di Tavares, ex Ceo dimissionario del gruppo, che ha ricevuto in tutto più di 35 milioni. “Ancora una volta vengono premiati i manager e gli azionisti di Stellantis, mentre i lavoratori continuano a essere in cassa integrazione“, ha tuonato Michele De Palma, leader della Fiom, criticando duramente la decisione del gruppo di azionisti.
© Riproduzione riservata