Il Primo Maggio è conosciuto in molti Paesi del mondo come la Festa dei Lavoratori, una giornata dedicata alla celebrazione delle conquiste degli operai e alla rivendicazione dei propri diritti. Ma da dove nasce questa curiosa ricorrenza, che ha ispirato anche tante canzoni di successo?
Tutto è iniziato negli Stati Uniti, alla fine dell’Ottocento. In quel periodo, le condizioni dei lavoratori erano spesso durissime: turni massacranti di 10, 12, anche 16 ore al giorno, paghe basse, nessuna tutela sanitaria o sindacale. I movimenti operai iniziarono a organizzarsi per chiedere una riforma fondamentale: la giornata lavorativa di 8 ore.
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Primo Maggio, la storia originale
Il 1° maggio 1886, i sindacati statunitensi proclamarono uno sciopero generale per chiedere rispetto. A Chicago, una delle città con il movimento operaio più attivo, le manifestazioni durarono diversi giorni. Tre giorni dopo, durante una protesta in Haymarket Square, una bomba esplose uccidendo alcuni agenti di polizia. La repressione fu durissima: molti attivisti furono arrestati, alcuni condannati a morte in processi discussi e politicizzati. I cosiddetti “martiri di Chicago” divennero simbolo della lotta per i diritti dei lavoratori.
Nel 1889, il Congresso della Seconda Internazionale socialista, riunito a Parigi, decise di istituire il 1° maggio come giornata internazionale per ricordare i fatti di Chicago e sostenere le battaglie dei lavoratori di tutto il mondo. La prima celebrazione avvenne nel 1890.
Oggi si tratta di una festa riconosciuta in oltre 80 Paesi, tra cui l’Italia, dove è festa nazionale. È un’occasione per riflettere sul valore della fatica, sulle sfide contemporanee come la precarietà e la disoccupazione, e per continuare a lottare per condizioni più giuste.
Curiosamente, negli Stati Uniti, dove tutto è cominciato, il Labor Day si celebra il primo lunedì di settembre. Una scelta voluta a suo tempo per distaccarsi dalle origini considerate troppo radicali e violente.
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