“Sembra sempre impossibile finché non l’hai fatto“. È con questa frase di Nelson Mandela che occorrerebbe costantemente ricordare il Freedom Day. Il 27 aprile 1994 il mondo assistette a un evento che riscrisse la storia dell’umanità: per la prima volta in Sudafrica donne e uomini di ogni etnia, fede e provenienza poterono votare liberamente alle elezioni democratiche, lasciandosi alle spalle decenni di apartheid, discriminazione e ingiustizia.
L’apartheid, il sistema di segregazione razziale istituito nel 1948, aveva negato per anni la dignità e i diritti fondamentali alla maggioranza della popolazione. Milioni di persone furono costrette a vivere separate, escluse, oppresse dalla legge e dalla forza. Ma la resistenza non si spense mai: generazioni di uomini e donne combatterono, spesso a caro prezzo, per un futuro diverso, per il diritto di contare, di scegliere, di essere riconosciuti come cittadini uguali.
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Mandela e Freedom Day, la ricorrenza che celebra il coraggio delle persone
Il Freedom Day è il giorno di Nelson Mandela, icona della lotta per l’indipendenza, che dopo 27 anni di prigionia guidò la sua nazione verso una nuova era come primo Presidente democraticamente eletto.
La ricorrenza del 27 aprile non celebra solamente il grande Madiba, ma anche, e soprattutto, le persone comuni. Si tratta di un omaggio a chi, per la prima volta, strinse in mano una scheda elettorale, di chi fece ore di fila sotto il sole per votare, di chi, con un semplice gesto, riscattò una vita intera di silenzi imposti. Uomini e donne, giovani e anziani, furono protagonisti di un futuro libero e uguale che apparteneva anche a loro.
Quelle elezioni, oltre ad essere un momento politico, furono un atto di rinascita collettiva. Il Freedom Day ricorda che la libertà non è mai scontata: è il frutto del coraggio di chi ha creduto nella possibilità di una convivenza fondata sul rispetto reciproco. È una lezione che attraversa i confini, i mari, i tempi: il diritto di ogni persona a essere ascoltata, a scegliere, a vivere libera, appartiene a tutta l’umanità.
A 31 anni di distanza da quella importante giornata, è opportuno riflettere sulla forza e la speranza di tutti coloro che hanno reso possibile l’impossibile, ricordando che l’emancipazione, benché sia un bene sacro e inalienabile, non è un dono, ma una conquista da custodire e rinnovare.
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