Ana Maria Vitelaru, campionessa di handbike alle paralimpiadi, si è sfogata contro l’ennesima ingiustizia vissuta in quanto donna disabile. Stavolta la causa delle vicissitudini sarebbe stato lo sciopero dei mezzi del 10 novembre.
Lo sciopero riguardava principalmente i servizi delle stazioni dei treni, tra cui quelli igienici, della ristorazione e della manutenzione dei vagoni. Quello che sicuramente l’atleta non si aspettava era di essere l’unica a non salire sul treno diretto a Milano, a causa dell’impossibilità di azionare il montacarichi per i disabili.
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Una vicenda che Vitelaru descrive come una vera e propria “discriminazione“, proprio a causa del fatto che a subire le conseguenze dello sciopero è stata solo lei, solo perché disabile.
La telefonata di Trenitalia ad Ana Maria Vitelaru
Ana Maria Vitelaru era attesa a Milano per il “Giro d’onore“, una delle più importanti premiazioni nell’ambito delle paralimpiadi. Aveva prenotato con anticipo il biglietto per il Frecciarossa che da Reggio Emilia, dove risiede da anni, l’avrebbe portata a Milano. Aveva contattato il servizio clienti per metterlo a conoscenza della sua disabilità, che ormai la accompagna da 23 anni a causa di un terribile incidente nella sua città natale in Romania che l’ha costretta alla sedia a rotelle. Sembrava che tutto fosse in ordine e che anche stavolta nessuna barriera architettonica le avrebbe evitato di partire per Milano.
Giovedì 10 novembre, il giorno prima della partenza, viene però ricontattata dal servizio clienti di Trenitalia che la informa che non sarà possibile garantire l’utilizzo del montacarichi per disabili a causa dello sciopero. L’azienda esterna a cui si affida Trenitalia per la manutenzione e l’utilizzo dei montacarichi non sarebbe stata attiva a causa delle manifestazioni, e quindi il servizio di discesa dal treno a Milano sarebbe stato compromesso.
Ana Maria Vitelaru sarà l’unica passeggera di quel Frecciarossa a non poter partire, perché unica disabile, e dovrà cercare qualcuno che la accompagni in auto fino a Milano o non potrà partecipare alla premiazione.
La rabbia di Ana Maria Vitelaru
Una situazione paradossale per cui Ana Maria Vitelaru si sente discriminata e che la porta a volersi sfogare, affinché queste ingiustizie siano conosciute e si faccia qualcosa per evitarle.
“Credo sia stata una svista grave in un mondo che va sempre più verso una maggiore inclusività. Trenitalia deve garantire un servizio del genere anche durante gli scioperi“, l’atleta paralimpica cerca giustizia, soprattutto per chi come lei vive ogni giorno le ingiustizie legate alla propria disabilità.
La rabbia di Ana Maria Vitelaru non è collegata alle ragioni delle sciopero, ma proprio alla mancanza di garanzie nei confronti di qualcuno che ha prenotato un servizio specifico di ausilio alla salita e alla discesa del mezzo, perché disabile. Non è un semplice problema di disagio legato allo sciopero, ma è una mancanza di rispetto nei confronti di chi non ha le stesse possibilità di una donna normodotata e che ha dovuto ricorrere al passaggio del suo meccanico per poter raggiungere Milano.
Alla fine Ana Maria Vitelaru ha vinto il premio del “Giro d’onore” ma sicuramente non è riuscita a salire su quel palco grazie ai servizi di Trenitalia, che in realtà hanno fallito ogni sua aspettativa, così come quelle di tutti i cittadini disabili d’Italia.
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