Arcivescovo Viganò scomunicato: definì Papa Bergoglio “servo del diavolo”

"Considero le accuse contro di me un onore. Credo che il tenore stesso delle accuse confermi la tesi che ho difeso" ha dichiarato l'arcivescovo, subito dopo la notizia della scomunica

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Il Vaticano ha confermato nella giornata di oggi la scomunica dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò, condannato per “scisma” nei confronti della Chiesa cattolica guidata da Papa Francesco. “Considero le accuse contro di me un onore. Credo che il tenore stesso delle accuse confermi la tesi che ho difeso” ha dichiarato l’arcivescovo, decidendo quindi di accettare la condanna ma affermando di non voler tornare assolutamente sui suoi passi.

La scomunica nei confronti Viganò è giunta a seguito di anni concitati, in cui l’influente membro della Chiesa avrebbe portato avanti ripetuti attacchi nei confronti di Papa Francesco, decidendo di non riconoscerne l’autorità. “Sono note le sue affermazioni pubbliche che si traducono nel rifiuto di riconoscere e sottomettersi al Sommo Pontefice, alla comunione con i membri della Chiesa e alla legittimità dell’autorità magisteriale del Concilio vaticano II” ha infatti affermato la Congregazione nel comunicato rilasciato oggi.

Papa Francesco
Papa Francesco

Già lo scorso 28 giugno, l’arcivescovo aveva reso noto sul social X che la Congregazione della Dottrina della Fede lo aveva convocato per rispondere alle accuse discisma” a lui rivolte. Il prelato avrebbe però deciso di non presentarsi, convincendo la congregazione a riunirsi il successivo 4 luglio anche in assenza dell’imputato. Il procedimento penale cattolico è stato guidato dal cardinale argentino Victor Manuel Fernandez e alla fine di esso Viganò è stato dichiarato colpevole ed è stata promulgata la sua scomunica.

Le accuse di Viganò nei confronti di Papa Francesco

L’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha 83 anni ed è uno dei rappresentanti del settore più conservatore della Chiesa cattolica. Fu nominato arcivescovo nel 1992 da Giovanni Paolo II e fu nunzio apostolico sia in Nigeria che negli Stati Uniti. La sua carriera ecclesiastica ha avuto una svolta con l’elezione a Pontefice di Papa Bergoglio, da lui non riconosciuto come vero Padre della Chiesa. Nel 2018 Viganò lo accusò di essere a conoscenza degli abusi sessuali del cardinale statunitense Theodore McCarrick, che il pontefice avrebbe poi espulso dal sacerdozio per la sua condotta, arrivando a chiederne le dimissioni.

Ha inoltre più volte definito il Santo Padre unereticoo un tiranno“, arrivando anche a soprannominarlo “servo di Satana“. Accuse pesanti su cui la Chiesa cattolica non ha potuto in alcun modo transigere. Allo stesso modo, Viganò si sarebbe rifiutato di riconoscere il Concilio Vaticano II, da lui ritenuto “un cancro morale, ideologico, teologico e liturgico” Allo stesso modo, quindi, la Chiesa di Papa Bergoglio in questo quadro sarebbe una “metastasi“, secondo le parole dell’arcivescovo ora scomunicato.

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