Ucraina richiama orfani ospitati in Italia, i bambini: “Qui stiamo bene, vogliamo restare”

Gli orfani ucraini che nel 2022 sono arrivati in Italia per rifugiarsi dalla guerra, sono stati richiamati dall'Ucraina per il rimpatrio

Redazione
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L’Ucraina sta richiamando in patria i suoi giovani che sono scappati dall’inizio della guerra e tra questi ci sono anche gli orfani rifugiati nella Bergamasca. Erano un centinaio inizialmente, e alcuni di loro sono già stati richiamati lo scorso anno. Ora ne sono rimasti circa una sessantina. I piccoli hanno un’età compresa tra i 6 e i 16 anni. Entro venerdì dovranno lasciare l’Italia dalla quale sono stati curati e coccolati per tutto questo tempo e dalla quale non vorrebbero andarsene.

Riguardo il rimpatrio c’è stata anche una battaglia legale, che ha costretto il console ucraino in Italia a rivolgersi al Tribunale di Brescia. Questo ha infine emesso un decreto per far rimpatriare i ragazzi. Alcuni dei piccoli hanno chiesto di fermarsi in Italia e i tutori hanno presentato una richiesta di protezione internazionale, che se sarà accolta, potrà sospendere il rimpatrio.

Save the Children ha stimato che in quasi 900 giorni di guerra i minori uccisi o feriti sono circa 2.200. Gli ucraini che si sono rifugiati in Italia dallo scoppio della guerra sono 165.510 tra cui 3.800 minori.

Ucraina, gli orfani richiamati in patria

La centinaia di bambini orfani ucraini che sono arrivati in Italia, nella Bergamasca, nel marzo 2022, un mese dopo l’inizio della guerra nel loro paese, sono stati richiamati in patria dalle autorità ucraine. Questi sono così costretti a lasciare l’Italia, che li ha ospitati e curati per questi due anni.

Ucraina, rimpatrio forzato orfani dall'Italia
Ucraina, rimpatrio forzato orfani dall’Italia

Si è provato in ogni modo a far restare i bambini, anche con una petizione online che ha superato le 18mila firme. Ma purtroppo non c’è nulla da fare ed entro il 16 agosto i piccoli sono costretti a lasciare Rota Imagna, Pontida e Bedulita su degli autobus che li porteranno nella terra d’origine. La loro gestione e cura ha richiesto un grande sforzo ai comuni che li hanno ospitati, che hanno mostrato una grande solidarietà.

Anche nel 2023 c’era stato il richiamo in patria da parte delle autorità ucraine, ma le comunità e gli educatori erano riusciti a contenerlo ai ragazzi più grandi. Richiesta che è stata fatta anche sta volta, ma non è andata a buon fine. Alcuni di loro hanno chiesto al giudice minorile di restare e si sono percorse tutte le vie legali per poterli aiutare a ottenere la protezione internazionale. Ciò che preoccupa di più è il fatto che i bambini stiano tornando in un paese in guerra.

Unhcr, l’agenzia Onu per i rifugiati, dichiara che il rimpatrio preoccupa “per i possibili bisogni e per i rischi di protezione del gruppo che verrà rimandato in un paese in guerra”. Unhcr “riconosce il livello d’integrazione sul territorio: l’impegno della comunità e della società civile è stato fondamentale per fornire un ambiente di sostegno che favorisse benessere e sviluppo”.

L’educatore Diego Mosca che si è occupato di loro in questi due anni ha affermato che molti dei piccoli vogliono restare, perché ormai hanno legato con le famiglie ospitanti, con i compagni di scuola e hanno imparato l’italiano. Inoltre alcuni di loro sono in cura in diversi ospedali e non sarebbe la scelta migliore portarli via. Mosca aggiunge: “Io non ho paura di parlare: questi bambini non hanno nessuno che possa difenderli, non hanno genitori né famiglie e sono un serbatoio per le adozioni internazionali”.

In Ucraina prima della guerra c’erano 600 orfanotrofi, situazione che mostra un problema di infanzia abbandonata. Unhcr dice che gli orfani che sono arrivati in Italia seguono percorsi di cura con assistenza continua, e questa situazione è difficile che possa essere mantenuta in Ucraina. Proprio perché è un paese in guerra e c’è il pericolo di attacchi militari, le fonti energetiche sono razionate e il sistema sanitario soffre.

L’Ucraina insiste nel riavere i suoi giovani, proprio a causa del fatto che la guerra la stia decimando e che c’è sempre più necessità di futuri soldati per poter combattere per difendere la nazione. Riguardo questo è da considerare il fatto che tra gli unici minori a cui è stato concesso di restare in Italia c’è un ragazzo che l’anno prossimo sarà 18enne, e quindi sempre più vicino all’esercito. Insieme a lui anche un bambino malato e un altro adolescente sono riusciti ad avere il permesso di restare nel nostro paese.

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