Le analisi condotte sulle dichiarazioni di reddito di cittadini e di comuni mostrano uno spaccato molto interessante sulla situazione economica del nostro paese. Il Ministero dell’Economia e Finanza ha presentato, infatti, tutti i dati raccolti nel 2024 sulle dichiarazioni dei redditi, che sono stati rielaborati da Excellera Intelligence, una società adibita alla gestione di servizi di data-driven. I risultati mostrano una scena economica piuttosto eterogenea, con una situazione di profonda differenza fra Nord e Sud.
I Comuni più ricchi di Italia, la classifica
Nella classifica il comune più ricco di Italia è Portofino. La città ligure ha il reddito pro capite più alto di Italia ovvero 88.141 euro. A seguire, il secondo posto è occupato da Lajatico che con i suoi 58.359 euro vince sopra il terzo posto, dove invece troviamo il comune di Basiglio e i suoi 46.799 euro. La città di Milano non raggiunge il podio ma la decima posizione con i suoi 36.408 euro, riuscendo però ad assicurarsi il titolo di capoluogo con il reddito medio più alto.
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La capitale, Roma, invece si qualifica dodicesima con 28.204 euro. La distanza del capoluogo lombardo dal podio, fatto che lascia perplessi, è dato da alcune celebrità che hanno scelto le cittadine “vincitrici” come propri luoghi di residenza, rendendosi loro maggiori contribuenti. Un esempio è Piersilvio Berlusconi, uno dei maggiori industriali italiani, che ha spostato il suo patrimonio a Portofino, o il cantante lirico Andrea Bocelli che risiede a Lajatico.
Un’Italia divisa in due
Osservare la classifica ci fa comprendere a pieno la situazione economica del nostro Paese. Tutte le prime dieci classificate sono città che si trovano nel Nord Italia, basti pensare che la più a meridione fra queste è Lajatico in Toscana. Osservando anche lo scenario regionale ci si rende conto come le regioni del nord occupino le prime posizioni della classifica mentre in fondo troviamo il Molise, la Puglia e per ultima la Calabria.
Vedendo poi le classi di reddito ci si rende conto del profondo distacco fra nord e sud, che crea quindi un’importante spaccatura territoriale. Da una parte per l’economia rappresenta un passo in avanti, perché le analisi hanno dimostrato che i redditi, in particolare del nord, stanno crescendo rispetto al 2023; dall’altra però questo è sintomo di una problematica, cioè che il sud fatica a stare al passo con il resto del paese.
Le cause di questa spaccatura
La questione affonda le radici nella storia del nostro paese, da quando, in età giolittiana ad inizio ‘900 si creò la cosiddetta questione meridionale: di fronte ad un nord già profondamente industrializzato c’era un sud ancora agricolo e arretrato, che arrancava di fronte al nuovo mondo dell’impresa.
Ovviamente la situazione ad oggi è molto cambiata e non esistono più disparità così nette, ma comunque una spaccatura è ancora presente. Essa è data da vari fattori come quello geografico che è marcato dalla lontananza del meridione dai mercati europei. In più al meridione mancano infrastrutture adeguate e di conseguenza anche gli investimenti: ciò crea una carenza di posti di lavoro, disoccupazione e la gravosa problematica della “fuga di cervelli” verso le opportunità che proprio il nord ha da offrire.
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