Chiara Petrolini, al via il processo per i due neonati morti e sepolti: disposta la perizia psichiatrica

Il legale della 22enne ha chiesto che la sua assistita possa essere sottoposta a perizia psichiatrica, in quanto in questi mesi sono state effettuate consulenze dell'accusa e della difesa che hanno però portato a risultati tra loro non compatibili

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A fine agosto dello scorso anno, il primo dei due neonati sepolti nella villetta di Chiara Petrolini veniva dissotterrato. Poche settimane dopo, poi, l’amara scoperta: un altro bambino morto e sotterrato nello stesso tratto di terra. Da quel momento, la cittadina di Vignale di Traversetolo, in provincia di Parma, è divenuta meta di assalto di giornalisti e curiosi, tutti intenzionati a comprendere cose sia effettivamente accaduto in quella villetta.

Chiara Petrolini, 21enne che vive nell’abitazione con i genitori, viene riconosciuta come madre dei due piccoli, e confessa di aver agito da sola, senza informare nessuno delle due gravidanze. Il primo piccolo vide la luce nel 2023 e il secondo nell’estate 2024. A quasi un anno di distanza, la giovanissima si è seduta oggi sul banco degli imputati nella prima udienza di un processo che la vede accusata di duplice omicidio premeditato e soppressione dei cadaveri. In Aula, insieme ai suoi genitori, sono presenti anche l’ex fidanzato e padre dei due piccoli e la sua famiglia, Questi ultimi si sono costituiti parte civile.

Petrolini è arrivata in tribunale scortata dai carabinieri, con circa un’ora di anticipo. Il presidente della Corte, Alessandro Conti, ha autorizzato le foto in aula solo i primi cinque minuti dell’udienza. La difesa non ha dato il consenso ad essere fotografata.

L’inizio del processo a Chiara Petrolini

Il primo a prendere la parole nell’udienza è stato l’avvocato difensore dell’imputata. Questo ha chiarito che lo scopo di questo processo non sarà comprendere cosa sia avvenuto, ma capire “chi sia Chiara Petrolini“, ovvero comprenderne i comportamenti nel periodo che ha preceduto gli eventi. In questo senso, il legale ha chiesto che la sua assistita possa essere sottoposta a perizia psichiatrica, in quanto in questi mesi sono state effettuate consulenze dell’accusa e della difesa che hanno però portato a risultati tra loro non compatibili.

Per l’accusa, infatti, Petrolini è in grado di intendere e di volere, mentre per la difesa sarebbe incapace. “Rimetto a voi la decisione sulla perizia psichiatrica che fin d’ora chiedo sia espletata“, ha quindi dichiarato il legale. L’accusa non si è opposta alla richiesta ma ha suggerito ai giudici di attendere almeno parte dell’istruttoria prima di prendere una decisione.

Questo perché, secondo la legale della parte civile, nel corso del processo emergerà che “nella storia di Chiara Petrolini non c’è nulla che possa anche solo insinuare il dubbio di una patologia psichiatrica“. Inoltre, l’avvocato ha ricordato che le testimonianze finora raccolte hanno descritto l’imputata come una giovane che conduceva una “vita da ragazza modello“. A tale affermazione, la difesa ha controbattuto sottolineando che lo psichiatra che ha seguito Petrolini ha “fin da subito parlato di disturbo della personalità con stato dissociativo“.

La Corte di assise di Parma ha ritenuto necessario disporre una perizia psichiatrica sulla capacità di intendere e volere all’epoca dei fatti di Chiara Petrolini ed eventualmente la sua pericolosità sociale. L’udienza si è dunque conclusa con l’annuncio che il conferimento dell’incarico avverrà il prossimo 15 settembre, nella stessa data in cui saranno ascoltati i primi testimoni.

Uno scontro durissimo, su cui dovrà prendere una decisione la corte di Assise di Parma. Il processo e al momento in pausa e i presenti hanno assistito a un momento di affetto tra Petrolini e suo padre. L’uomo, vista la pesantezza del momento, si è avvicinato alla figlia e le ha accarezzato la testa in segno di conforto. Poco dopo anche la madre della ragazza ha provato ad avvicinarsi, ma è stata invitata ad allontanarsi dal legale della 22enne.

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