Si è spento ieri sera, lunedì 12 febbraio, all’età di 82 anni Ugo Intini, dopo aver passato diverse settimane all’ospedale San Raffaele di Milano. Lo rende noto il Partito Socialista Italiano, di cui era stato esponente di primo piano.
Morto Ugo Intini, il Psi: “Non ha mai lasciato il partito”
Ugo Intini si era laureato in Giurisprudenza e dopo essere diventato giornalista era stato nominato direttore del quotidiano socialista Avanti! e de Il Lavoro di Genova. Fu a lungo il braccio destro di Bettino Craxi e quando lo stesso divenne segretario del Psi, Intini fu deputato per quattro legislature. Ha ricoperto incarichi ministeriali nel secondo governo Amato (2000-2001) e nel secondo governo Prodi (2006-2008): in entrambi ha ricoperto il ruolo di sottosegretario al Ministero degli Esteri.
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Lascia la moglie Carla e il figlio Carlo. In una nota il suo Partito ricorda che: “Da socialista, Ugo Intini ha raccontato pagine importanti della storia del nostro Paese dall’osservatorio privilegiato qual era la segreteria del Psi negli anni ’80, dove ha ricoperto l’incarico di responsabile dell’informazione, di portavoce del Psi, rappresentante del partito all’Internazionale Socialista, al fianco di Bettino Craxi“.
Morto Ugo Intini, rimase nel Psi nonostante lo scandalo di Tangentopoli
Nei difficili anni dopo Tangentopoli Intini non ha abbandonato il partito: “Non lascia mai il Psi, ma continua a dare con generosità il suo contributo di idee, accompagnando negli anni seguenti il partito e i suoi militanti in un difficile percorso di riaffermazione riformista, sino ai giorni attuali, dove non è mai mancata la sua presenza“, si legge nella nota.
Il riferimento è allo scandalo che travolse diversi partiti italiani, primo tra tutti il Psi, che vennero accusati di ricevere finanziamenti illeciti tramite le tangenti. Le indagini della procura di Milano sul sistema delle tangenti portarono all’implosione del sistema dei partiti e al crollo della Prima Repubblica, che dagli anni ’80 si era strutturato sui consensi del Psi.
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