Due infermiere 30enni dell’ospedale di Lavagna, in provincia di Genova, sono finite al centro di un’indagine dei carabinieri perché sospettate di aver dato troppi tranquillanti a base di benzodiazepine ai propri pazienti più problematici. Lo scopo era quello di farli dormire e presumibilmente non doverli gestire durante il turno notturno, così da poter riposare.
Le indagini sono condotte dai Nas e dell’aliquota dei carabinieri della Procura di Genova, guidati dal comandante Daniele Quattrocchi e coordinati dal pm Giuseppe Longo. Spetta dunque alle autorità il compito di chiarire se le accuse rivolte nei confronti delle due professioniste siano reali oppure no.
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La denuncia di colleghi e parenti dei pazienti
L’accusa rivolta alle due donne è quella di sequestro di persona, abbandono di persona incapace, esercizio abusivo della professione e peculato. L’inchiesta non riguarda i medici o la direzione sanitaria.
La magistratura ha aperto le indagini dopo la segnalazione di alcuni colleghi delle infermiere, ma anche di alcuni familiari di pazienti che avrebbero raccontato sia di strani torpori dei propri parenti ricoverati, che di scontri e litigi avuti con le due donne.
I blitz dei carabinieri di Lavagna
I carabinieri hanno eseguito un sopralluogo in ospedale, a partire dalle 2 della scorsa notte, insieme a due medici legali per capire se i 5 pazienti analizzati avessero tracce di benzodiazepine. I risultati degli esami arriveranno al massimo mercoledì. A quanto si apprende, il direttore generale della Asl4 Paolo Petralia ha incontrato i Nas durante il sopralluogo.
Questa mattina, invece, è partita una perquisizione in casa delle due donne. Nel corso degli esami sarebbero state trovate scatole di medicinali con benzodiazepine e materiale proveniente dall’ospedale, come garze e aghi e per questo è scattata l’accusa di peculato.
++Articolo in aggiornamento++
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