A Gallarate due giovanissimi sono finiti al centro di una storia inquietante e oscura, che si è conclusa con l’arresto di un 23enne della Valle Olona, accusato di aver inviato decine di messaggi minatori all’ex fidanzata, culminati nella frase “capisco le persone come Filippo Turetta“. Il riferimento all’assassinio di Giulia Cecchettin ha allertato i Carabinieri di Gallarate, da cui si era recata la giovani, che hanno arrestato il ragazzo con l’istituto della flagranza differita per atti persecutori.
I due giovani si erano conosciuti su Instagram e avevano iniziato una relazione apparentemente tranquilla, fino al diverbio di mercoledì scorso, lo stesso giorno del femminicidio di Samarate. Da quel momento è nata una crisi e nei giorni seguenti il ragazzo ha scatenato un’escalation di minacce via chat, in cui faceva riferimenti a uccisioni e si rivolgeva anche ai familiari della ragazza. Tra le varie frasi: “Sia chiaro, tu muori, magari tra vent’anni ma ti ammazzo, oggi non ne esci viva“.
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Gallarate, l’arresto del 23enne
Il 23enne sarebbe già noto alle forze dell’ordine per precedenti di maltrattamenti in famiglia verso la madre e il fratello e avrebbe mostrato segni di squilibrio. Sarebbe rimasto senza casa e lavoro, avrebbe trovato accoglienza in parrocchia, senza però stabilizzarsi. Venerdì sera, dopo la denuncia della ragazza, i militari hanno ricostruito i messaggi allarmanti, tra cui l’inquietante paragone con Turetta: “Non giustifico il gesto in sé, ma comprendo e giustifico con tutta la mia forza il motivo“.
Si sarebbe presentato al pronto soccorso di Busto Arsizio in preda a crisi compulsive, arrivando a chiamare autonomamente i carabinieri per chiedere l’arresto sostenendo che “in carcere ho almeno la dignità di avere vitto e alloggio perché fuori nessuno mi aiuta“. L’episodio ha confermato il rischio concreto di un gesto estremo, portando al fermo. Domani, difeso dal suo avvocato, comparirà davanti al gip Milton D’Ambra per l’interrogatorio di convalida.
Il ricorso alla flagranza differita
L’utilizzo della flagranza differita è uno strumento, che consente l’arresto entro 48 ore dalla denuncia, che determina la pericolosità immediata del soggetto, che sarebbe stato definito come una “mina vagante” dalle fonti investigative. Il gip di Busto Arsizio dovrà ora valutare il mantenimento della custodia cautelare in carcere, considerati i precedenti e il timore di recidiva.
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