Colombe, uova di cioccolato e decine di piatti tipici pasquali inondano le giornate del 20 e del 21 aprile, rischiando però di finire, per la maggior parte, nella pattumiera. A questi, poi, si aggiungeranno tonnellate di plastica e carta e cartone che rischiano di alzare incredibilmente l’asticella dell’inquinamento globale. L’allarme è stato lanciato dalla Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) che, oltre a diffondere dati inquietanti sulle abitudini degli italiani, ha anche pubblicato una serie di accorgimenti che famiglie e aziende possono seguire per evitare di contribuire a questo pericoloso trend.
Oltre a cercare di sprecare meno cibo possibile, il consiglio della Società è quello di informarsi sui metodi migliori per gestire le eccedenze di queste giornate, per evitare limitare il più possibile l’impatto di queste feste sul Pianeta Terra. Si stima, infatti, che ogni anno in Italia circa il 10% di cibi e preparazioni legate all’intero periodo delle festività di Pasqua, ovvero tra i 150 e i 200 milioni di euro di alimenti, finisca nella spazzatura.
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Tra i cibi maggiormente inutilizzati figurano frutta, verdura, pane, latticini e carne, ma anche i dolciumi, soprattutto per un effetto psicologico che è legato ad un senso di assuefazione a seguito delle festività. Ma in che modo lo spreso di questi cibi può impattare sull’ambiente? Una maggiore produzione di rifiuti determina ovviamente un aumento del livello di inquinamento. Una tonnellata di rifiuti alimentari produce infatti 4,2 tonnellate di Co2. Inoltre, molto spesso i cittadini non sanno come smaltire adeguatamente i rifiuti.
Inoltre, nel periodo di Pasqua crescono enormemente gli spostamenti dei cittadini tramite traporto privato, ovvero con auto e moto, ma anche con aerei, pullman e altri mezzi di trasporto pubblico. Secondo Sima, questo fenomeno immetterebbe nell’atmosfera tonnellate di polveri sottili e sostanze tossiche, come l’ossido di azoto. Si tratta quindi di tutti fattori che concorrono a peggiorare la qualità dell’aria e della vita in generale. Sima, quindi, consiglia ai cittadini alcuni semplici accorgimenti necessari a cercare di limitare questi sprechi e queste emissioni.
Pasqua e Pasquetta: come evitare gli sprechi alimentari e non produrre inquinamento
Sima ha pubblicato un regolamento dettagliato che insegna agli italiani come gestire correttamente lo smaltimento dei rifiuti tipici della Pasqua. Per quanto riguarda le uova di Pasqua, l’involucro esterno metallizzato, così come il cono, deve essere smaltito nella raccolta della plastica. Il cartoncino apposto sulle uova deve invece essere smaltito nella carta, mentre la piccola corsa che chiude l’involucro deve essere gettata a seconda delle disposizioni del proprio Comune, in quanto si tratta di un tessuto Tex 62.
Per la colomba, invece, la scatola esterna va nella raccolta della carta, l’involucro trasparente nella plastica, la maniglia della confezione e il pirottino che circonda il prodotto vanno invece nell’indifferenziata. Nel caso di eccedenze non vendute dai negozi, dopo la svendita successiva al periodo pasquale, le uova vengono riutilizzate dalle stesse aziende produttrici per la preparazione di altri dolci, oppure i produttori possono decidere di donare le merci non vendute con finalità sociali. Infine, i prodotti non venduti possono essere utilizzati per il compostaggio finalizzato alla produzione del compost o dell’humus, così da renderli fertilizzanti naturali per il terreno.
Gli scarti alimentari domestici, invece, possono essere conservati adeguatamente attraverso il congelamento e consumati in seguito, oppure, ove possibile, riutilizzati per nuove ricette. In ogni caso, il consiglio primario è quello di pianificare accuratamente le spese, così da evitare di produrre eccedenze e trovarsi a dover gestire un’impegnativa spesa economica e un cumulo di avanzi di cui non sembra vedersi la fine.
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