Festa degli uomini, una ricorrenza del c***o

A Monteprato la festa agli uomini nacque principalmente grazie a due donne: la proprietaria dell'osteria e una donna in età che portò entusiasta al marito un pezzo di legno a forma di fallo

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La festa degli uomini, o meglio, quella dedicata ai genitali maschili non è una ricorrenza ufficiale. Celebrata in Italia il 2 agosto nella località di Monteprato, a Udine, è nata negli anni ’70 in un’osteria del paese. Inizialmente una evento riservato a pochi, si diffuse come divertimento generalizzato, divenendo una festa popolare.

Festa degli uomini, la storia

L’origine della festa degli uomini ha radici antiche. Tutto ebbe inizio nel piccolo paesino di Monteprato di Nimis, negli anni ’50 del Novecento. Gli abitanti delle montagne erano esigui e i pochi rimasti andavano spesso nell’unica osteria del paesino per lamentarsi sul fatto che, se avessero continuato a non nascere bambini, presto si sarebbero “estinti”. È lì che la proprietaria dell’osteria ebbe un’idea brillante, provocare i clienti facendo leva sul loro orgoglio maschile. Un occasione unica per indicare agli uomini i comportamenti che gli sono propri: “Se adoperaste le vostre mogli con la stessa foga con cui adoperate il bancone dell’osteria il problema delle nascite non esisterebbe”. L’esortazione della proprietaria dell’osteria ebbe un qualche successo e gli uomini tornarono a casa con la convinzione di adempiere ai loro doveri matrimoniali.

Una donna anziana, mentre raccoglieva la legna nei boschi per scaldarsi nella propria casa, si imbatté in un tronco dalla forma singolare: quel pezzo di legno ricordava molto da vicino un membro eretto maschile. Entusiasta tornò a casa dal marito per raccontagli quello che era successo e lui, per gioco, si mise a scolpire il pezzo di legno trovato dalla moglie finché non divenne tale e quale al membro maschile.

Nella festa degli uomini le donne presero la situazione in mano

Il frutto ligneo ebbe un gran successo tra le donne del Paese: appena terminato, il fallo venne osannato prima nella piazza del paese e poi messo in bella vista sul bancone dell’osteria. L’obiettivo del gentil sesso era quello di prendersi gioco dei propri uomini, che preferivano unirsi a Bacco piuttosto che a Venere.

Sarà, ma quel totem di legno con sembianze di fallo, nato per schernire i maschi, finì per essere un portafortuna che favoriva nuove nascite in un Paese dove il suono del vagito era un lontano ricordo. E da quando quel fallo troneggiava in osteria tutto cambiò: nei successivi 23 anni, nacquero solo bambini maschi nel comune di Monteprato.

L’osteria protagonista della storia

Prima il fallo era esposto solo nell’osteria protagonista della storia, poi, dopo parecchi bicchieri di vino, gli uomini decisero di portarlo in giro per il paese. La processione del frutto ligneo ebbe un grande successo, al punto che il clero locale protestò vivacemente contro questo comportamento eretico.

Gli uomini, stizziti dalla proteste di chi in chiesa confessava le proprie mogli, hanno deciso di esporre il fallo di legno proprio davanti al duomo di Nimis.

Scoppiò il putiferio, ma tant’è che nel 1977 la guerra terminò con la celebrazione di una festa che divenne ufficialmente pubblica.

Perché il 2 agosto?

La data e il mese per festeggiare la virilità dell’uomo sembrerebbero non essere scelti a caso. Per quanto riguarda il numero “2” la spiegazione deriverebbe da un modo di dire francese. Nel periodo napoleonico, infatti, veniva frequentemente utilizzata l’espressione “deux à gauche” (due a sinistra), per indicare la posizione degli attributi stretti nelle calzamaglie dei soldati. Secondo leggenda, il detto francese “deux à gauche” sarebbe stato ripreso in dialetto e trasformato in “do de agosto”, cioè per assonanza due di agosto. Secondo alcuni la scelta del mese di agosto deriverebbe dal numero otto, ottavo mese dell’anno, che in orizzontale ricorderebbe gli attributi maschili.

Ad ogni modo, una giornata internazionale dedicata agli uomini esiste e non è questa, bensì il 19 novembre. Con buona pace di uomini e donne di Monteprato.

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