Conclave, a due giorni dal voto le prime ombre dagli Usa: Parolin e Tagle accusati di aver coperto abusi

Sia Tagle che Parolin hanno aperto al dialogo con la Cina, Nazione economicamente avversaria agli Stati Uniti. Il cardinale italiano, infatti, è stato l'artefice dell'accordo con Pechino sulla nomina dei vescovi, mentre a Tagle, che è figlio di una donna cinese, Papa Francesco confidò che "il futuro della Chiesa è in Asia"

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A poco più di 48 ore dal momento in cui i 133 cardinali eleggibili saranno chiusi a chiave nella Cappella Sistina, le ombre e i dubbi sul prossimo Conclave iniziano ad essere sempre più visibili. Giochi di potere, interessi personali, antipatie ma anche una fede cieca e spassionata sono gli elementi che nel momento delle votazioni per il nuovo Papa si uniranno e creeranno una complessa situazione, che dovrà essere sbrogliata nel minor tempo possibile.

Tra due giorni, coloro che avranno la possibilità di sedere all’interno della cappella michelangiolesca avranno finalmente un’idea di come le intuizioni e i pensieri sui vari candidati si sono uniti e quali sono le percentuali per cui un candidato potrebbe effettivamente diventare il nuovo Pontefice. Intanto, proseguono i preparativi in vista del Conclave.

Oggi, in Vaticano si terranno due congregazioni: una la mattina e una il pomeriggio. I 133 Cardinali provengono da 71 Paesi diversi e non tutti si conoscono tra di loro. “Serve tempo“, spiega infatti un porporato, chiarendo che questi momenti di unione sono fondamentali per comprendere chi realmente sia degno di salire al soglio pontificio. Il dopo Francesco è infatti abbastanza incerto, con diverse necessità che si uniscono tra loro e diverse tendenze che sembrano non essere conciliabili.

Conclave, le prime ombre sui favoriti

Da oltreoceano iniziano già a giungere le prime insinuazioni su alcuni nomi che al momento sembrano essere favoriti. Il cardinale Pietro Parolin, già segretario di Stato vaticano, e il cardinale Antonio Tagle, già prefetto di Propaganda Fide, sono stati accusati dall’associazione statunitense BishopAccountability.org di aver coperto o di non aver fatto abbastanza per evitare casi di abuso sessuale nella Chiesa.

Accuse che sembrano piuttosto labili, vista la tempistica con cui sono state presentate, ma che comunque rischiano di indebolire due figure di spicco di questo Conclave. I due cardinali, così come il Patriarca Piebattista Pizzaballa, sono i porporati che meno si vedono in questi giorni, quasi rinchiusi in una sorta di pre-Conclave. Le accuse dagli Stati Uniti, però, sarebbero legate maggiormente ad una questione politica che spirituale o legale.

Sia Tagle che Parolin, infatti, hanno aperto al dialogo con la Cina, Nazione economicamente avversaria agli Stati Uniti. Il cardinale italiano, infatti, è stato l’artefice dell’accordo con Pechino sulla nomina dei vescovi, mentre a Tagle, che è figlio di una donna cinese, Papa Francesco confidò che “il futuro della Chiesa è in Asia“. Un tentativo di affossare due papabili che potrebbero quindi rappresentare un pericolo per gli affari degli Usa, almeno secondo le insinuazioni di alcuni.

Non si può dimenticare, poi, come il Primo maggio sui tabloid americani iniziò a circolare la notizia per cui Parolin avrebbe avuto un malore nel corso di una congregazione. Uno svenimento dovuto ad uno sbalzo pressorio, che però non avrebbe lasciato conseguenze sulla salute del cardinale. Una notizia che però è stata prontamente smentita dalla Sala Stampa vaticana, che ha negato il malessere di Parolin.

Conclave, chi sarà il cardinale protodiacono

Nella giornata di ieri, in cui è stata celebrata l’ultima messa in suffragio di Papa Francesco, la Santa Sede ha annunciato il nome del cardinale protodiacono, ovvero di colui che al momento della fumata bianca avrà il compito di affacciarsi dalla loggia delle benedizioni di San Pietro per annunciare il nome del nuovo Pontefice.

A dichiarare l'”habemus papam” in questa occasione sarà il cardinale Dominique Mamberti, francese nato a Marrakech, che vanta un’esperienza diplomatica decennale. Oggi 73enne, Mamberti è stato ministro degli Esteri vaticano ed ha guidato la Segnatura Apostolica, ovvero il Tribunale supremo della Santa Sede.

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