Diversi cardinali, noti per il loro impegno pastorale e la loro visibilità mediatica, vengono frequentemente indicati come favoriti nelle lista dei “papabili“. I nomi più citati testimoniano l’attenzione verso un’internazionalizzazione sempre più marcata della Chiesa:
- Cardinale Pietro Parolin (Italia)
- Ruolo attuale: Segretario di Stato vaticano.
- Perché papabile: Figura centrale nella diplomazia pontificia, apprezzato per la sua capacità di mediazione e la profonda conoscenza degli affari internazionali.
- Cardinale Matteo Zuppi (Italia)
- Ruolo attuale: Arcivescovo di Bologna, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI).
- Perché papabile: Pastore attento alle tematiche sociali e alla carità, noto per uno stile pastorale inclusivo e per la vicinanza alle persone in difficoltà.
- Cardinale Luis Antonio Tagle (Filippine)
- Ruolo attuale: Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione.
- Perché papabile: Incarna lo spirito della “Chiesa in uscita” promosso da Papa Francesco, possiede un forte carisma, parla diverse lingue e rappresenta il dinamismo della Chiesa asiatica.
- Cardinale Christoph Schönborn (Austria)
- Ruolo attuale: Arcivescovo di Vienna.
- Perché papabile: Teologo di spicco e autore del Catechismo della Chiesa Cattolica, è stimato per le sue posizioni equilibrate e per la sensibilità pastorale.
- Cardinale Robert Sarah (Guinea)
- Ruolo attuale: Prefetto emerito della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.
- Perché papabile: Molto rispettato in Africa e a livello internazionale, rappresenta una linea più tradizionale, con grande attenzione alla liturgia e ai valori morali.
- Cardinale Marc Ouellet (Canada)
- Ruolo attuale: Prefetto emerito della Congregazione per i Vescovi.
- Perché papabile: Con grande esperienza nella selezione e formazione dei vescovi, ha maturato una visione internazionale delle dinamiche ecclesiali.
- Cardinale Peter Turkson (Ghana)
- Ruolo attuale: Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali.
- Perché papabile: Spesso citato come potenziale “primo Papa africano dell’era moderna”, è molto impegnato sui temi di giustizia sociale, economia e tutela del Creato.
- Cardinale Seán Patrick O’Malley (Stati Uniti)
- Ruolo attuale: Arcivescovo di Boston, Presidente della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori.
- Perché papabile: Riconosciuto a livello internazionale per il forte impegno nella lotta agli abusi nella Chiesa e per la sua trasparenza pastorale.
La storia insegna tuttavia che, durante un Conclave, le scelte del Collegio Cardinalizio possono ricadere anche su candidati meno quotati. Se e quando arriverà il momento, i cardinali saranno chiamati a confrontarsi sulle sfide globali e sulle questioni interne alla Chiesa, tra riforme e fedeltà alla tradizione. Ecco alcuni cardinali considerati meno favoriti per diventare Papa ma non esclusi in quanto come si sa lo Spirito Santo indicherà poi chi dovrà sedere sul soglio di Pietro:
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- Cardinale Gerhard Ludwig Müller – Ex prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, critico delle riforme di Papa Francesco.
- Cardinale Willem Jacobus Eijk – Arcivescovo di Utrecht, noto per le sue posizioni ultraconservatrici.
- Cardinale Raymond Leo Burke – Figura di spicco tra i conservatori, è stato rimosso da ruoli importanti da Papa Francesco.
- Cardinale Dominik Duka – Arcivescovo emerito di Praga, vicino all’ala conservatrice della Chiesa.
- Cardinale Norberto Rivera Carrera – Ex arcivescovo di Città del Messico, con posizioni molto tradizionaliste
Tensioni e speranze
La prospettiva di un Conclave in pieno Anno Giubilare rende il clima in Vaticano ancora più teso e coinvolge l’intera comunità cattolica mondiale. Sebbene le voci su un possibile avvicendamento papale siano, per ora, semplici indiscrezioni, la condizione critica del Pontefice lascia aperta l’ipotesi di un Conclave in tempi non troppo lontani.
La tradizione dell’Anno Santo
Dagli inizi del XIV secolo (il primo fu indetto da Papa Bonifacio VIII nel 1300), l’Anno Giubilare è un tempo di speciale grazia, perdono e rinnovamento spirituale. Solitamente è il Pontefice a guidare i riti, aprendo la Porta Santa delle principali basiliche romane e invitando i fedeli a un cammino di penitenza e conversione.
Celebrare il Conclave in questo contesto unisce due eventi epocali: l’Anno Santo, carico di significato spirituale e di grande apertura verso i fedeli, e l’elezione di un nuovo Papa, inevitabilmente seguita dai media di tutto il mondo. Sperando mai possa succedere, sarebbe il secondo dopo il 1700, quando Papa Innocenzo XII morì l’anno del Giubileo, aperto da lui ma concluso dal suo successore Clemente XI.
Un inedito intreccio di riti e significati
Arrivare al Conclave durante l’Anno Giubilare, mette molti i fattori in gioco:
- Aspetto liturgico e spirituale: L’Anno Santo è da sempre animato dalla presenza costante del Papa, che presiede celebrazioni e udienze speciali.
- Aspetto diplomatico e mediatico: L’elezione di un nuovo Pontefice attira inevitabilmente l’attenzione globale, suscitando pronostici e discussioni a livello politico e sociale.
- Aspetto organizzativo: Gestire contemporaneamente i flussi di milioni di pellegrini in arrivo da ogni parte del mondo e le procedure del Conclave sarebbe una sfida senza precedenti.
Di fronte a queste prospettive, la Chiesa potrebbe trovarsi a scegliere tra spinte riformatrici e richiami alla tradizione, in un momento in cui l’Anno Santo stimola già di per sé una riflessione sui temi della fede e sulla missione ecclesiale. Non mancherebbero intensi dibattiti sulla direzione futura della Chiesa e sulla figura più adatta a proseguirne il cammino.
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