Cavallucci marini a rischio estinzione: Sidney corre ai ripari

I cavallucci marini ormai si stanno estinguendo. Per questo motivo il Sydney Institute of Marine Science ha rilasciato centinaia di cuccioli nella baia di Chowder per tentare di salvare la specie

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Per provare a ripopolare gli oceani Sidney ha deciso di mettere in pratica un esperimento innovativo e mai testato fino ad oggi: introdurre un centinaio di baby cavallucci marini nel porto di Sidney per scongiurare la loro estinzione.

I piccoli esemplari sono ben protetti e riparati in apposite strutture, o “nidi artificiali”, composte da una rete di metallo ricoperta da alghe e spugne, per dar loro le migliori possibilità di sopravvivenza.

Chi proteggerà i cavallucci marini?

A fare da guardie del corpo ai centinaia di cuccioli di cavallucci marini sono stati messi in acqua anche 380 avannotti, esemplari di pesci posizionati all’interno delle gabbiette che proteggono i piccoli in via di estinzione.

Esperimento straordinario: cuccioli rilasciati

Precisamente, i piccoli sono stati rilasciati nella baia di Chowder, dopo aver passato un periodo in cattività per essere allevati e cresciuti più sani e forti possibili.

Ad occuparsi di tutto è stato il Sydney Institute of Marine Science, dove lavora il “papà” dei cuccioli marini, nonché il più grande sostenitore del progetto, Mitchell Brennan, biologo marino e “project manager” del Sydney Seahorse Project. L’uomo si è occupato di ogni singolo cavalluccio marino, preoccupandosi di allevarne uno ad uno. Poi, da bravo papà, ha indossato la muta e li ha accompagnati nel luogo dove si trovano attualmente.

Non c’è mai stato nel mondo un tentativo di ripopolamento di questa portata.

Cavallucci marini tra le specie più a rischio

I cavallucci marini sono tra le specie in via di estinzione più a rischio. Secondo quanto riportano i dati registrati dagli scienziati australiani, che negli anni hanno monitorato attentamente la specie, la popolazione nel porto di Sydney si è quasi dimezzata tra il 2008 e il 2015, mentre quella sulla costa settentrionale del New South Wales è diminuita di circa il 95%.

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