Caivano, tensioni a un mese dagli sgomberi: perché Don Patriciello non ha celebrato la messa di Natale

Già da settimane, la Chiesa è sempre meno frequentata e le famiglie preferiscono non mandare i bambini né all'oratorio né al catechismo. Gli sgomberi avvenuti lo scorso novembre hanno aggravato la situazione, convincendo la parrocchia a non addobbare la Chiesa come di consueto

3 Min di lettura

Lo scorso 28 novembre, 36 famiglie del Parco Verde di Caivano sono state sgomberate dalle forze dell’ordine, in quanto occupanti abusive di alcune case popolari. Da quel momento, però, la situazione nella zona popolare alle porte di Napoli è divenuta quasi totalmente ingestibile. Le operazioni della Guardia di Finanza, dei Carabinieri e della Polizia di Stato hanno infatti individuato circa 250 famiglie che dovranno abbandonare le loro abitazioni in quanto non legittimamente occupate.

Gli sgomberi, quindi, proseguiranno anche nell’immediato futuro e la zona di Caivano subisce quotidianamente l’ansia e lo stress provocati da questa situazione. Sulle pagine di Avvenire, il parroco di Caivano, Don Patriciello, cerca di spiegare i momenti terribili che la comunità sta affrontando. “Penso, da pastore di questa parrocchia così provata, che tutta quanta la comunità risenta di quel che è successo“, ha infatti dichiarato, per poi sottolineare che alla luce dei fatti è apparso a tutti più saggio non celebrare la messa del Santo Natale.

Avrebbe potuto esserci qualche incidente. Voglio che nessuno si faccia male, da prete devo tutelare tutti“, ha infatti sostenuto il parroco, chiarendo le motivazioni della sua scelta. Inoltre, già da settimane, la Chiesa è sempre meno frequentata e le famiglie preferiscono non mandare i bambini né all’oratorio né al catechismo. Gli sgomberi hanno ovviamente aggravato la situazione, convincendo la parrocchia a non addobbare la Chiesa come di consueto, per rispettare il momento difficile affrontato dalla comunità.

Si tratta di un Natale triste per noi“, ha confermato il sacerdote, sottolineando poi che la scelta di non celebrare la messa e non inserire altro, se non il presepe, all’interno della Chiesa, vuole “sottolineare con uno stile sobrio la nostra comprensione per le difficoltà di coloro che, comunque, hanno dovuto lasciare la casa“.

Caivano, la reazione delle autorità

Le parole di Don Patriciello hanno attirato l’attenzione delle autorità italiane, che hanno deciso di commentare la situazione che si trova ora a vivere Caivano. “Come ministro della Difesa, esprimo piena solidarietà e sostegno all’opera di Don Patriciello e a tutti coloro che, con coraggio, scelgono la via della legalità“, ha dichiarato Guido Crosetto, esortando poi i “cittadini onesti” a creare un muro comune che possa respingere le logiche criminali e riportare dignità e giustizia alla zona.

La mancata celebrazione della Santa Messa della Vigilia di Natale nella parrocchia San Paolo Apostolo in Caivano provoca smarrimento e, nel contempo, innesta un moto di solidarietà e vicinanza nei confronti di don Maurizio Patriciello“, ha invece dichiarato il prefetto di Napoli, Michele Di Bari. Questo ha poi voluto sottolineare come questo sia proprio il momento in cui “la distinzione tra il bene e il male chiama tutti ad una più incisiva responsabilità e determinazione per assicurare a quel territorio un futuro di dignità“.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo