Bologna, traffico di droga dal valore di 5 milioni tra Italia e Olanda: cinque arresti

I sistemi di comunicazione criptati utilizzati dalla banda internazionale non sono bastati ad aggirare i controlli e depistare le indagini della Dda di Bologna e dell'ufficio investigativo spagnolo

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Cinque gli arresti della polizia di Bologna con l’accusa di traffico internazionale di sostanze stupefacenti tra Olanda e Italia, aggravata dal possesso illecito di armi. Secondo le prime informazioni riportate dall’Ansa, si tratterebbe di quattro persone di nazionalità albanese e una tunisina.

Il Gip del tribunale di Bologna è riuscito a incastrare i membri dell’organizzazione criminale grazie a una complessa operazione svolta dalla squadra mobile di Bologna, coordinata dalla Dda bolognese. Trattandosi di traffico internazionale, le indagini sono state condotte in collaborazione con l’ufficio investigativo spagnolo supportato dall’unità di contatto dello Sco all’Udyco di Madrid, e con le squadre mobili di Rimini, Treviso e Verona.

Grazie al lavoro investigativo, è stato possibile tracciare i movimenti di droga che, tra aprile e novembre 2020, hanno portato in Italia significative quantità di stupefacenti: 41,5 kg di cocaina, 76,5 kg di marijuana e 280 kg di hashish, per un valore di mercato superiore a 5 milioni di euro. I dettagli dell’operazione saranno forniti oggi durante una conferenza stampa alla sala riunioni della Questura di Bologna in programma alle 11.30.

I traffici di droga nel 2023

La Relazione Annuale D.C.S.A., redatta dalla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, fornisce ogni anno una panoramica dettagliata sulla situazione del traffico illecito di sostanze stupefacenti e psicotrope in Italia. I dati relativi al 2024 si basano sulle informazioni raccolte dalle Forze di Polizia dello Stato e su fonti aperte riguardanti l’anno 2023.

Dal report emergono alcuni dati significativi. Il coinvolgimento consolidato delle organizzazioni mafiose, l’attività di gruppi criminali di origine mista (che ha portato a una crescente interazione tra bande italiane e straniere) e la presenza di bande di giovani e giovanissimi, le cosiddette “baby gang”, si dedicano prevalentemente allo spaccio. La relazione evidenzia l’uso continuo, ormai da alcuni anni, di tecnologie crittografiche per ostacolare le indagini sul narcotraffico, oltre a una crescente concentrazione delle attività di supporto nelle aree portuali, specialmente per le tratte oceaniche.

I sistemi più utilizzati risultano essere la criptofonia, ossia sistemi per le comunicazioni criptate comprensibili solo a mittente e destinatario, basati su smartphone modificati nel software e/o nell’hardware per essere meno vulnerabili agli attacchi esterni, e le piattaforme cyber, che rendono più difficile il contrasto da parte delle Forze di polizia. In questo ambito il traffico di sostanze stupefacenti acquisisce i caratteri di una “minaccia ibrida” e rende necessario, in prospettiva, un upgrade degli strumenti a disposizione delle Forze di Polizia.

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