Dopo le esequie di Papa Francesco, il Conclave è il momento saliente che segna la fine del periodo della Sede Apostolica vacante con l’eventuale fumata bianca. La data è ancora un’incognita che resterà irrisolta almeno fino ai funerali di sabato. E così, una volta pronunciato “l’extra omnes“, fuori tutti, i 135 cardinali aventi diritto di voto si chiuderanno a chiave nella Cappella Sistina per procedere alla scelta del nuovo Papa.
Gli elettori effettivi sono i porporati con meno di 80 anni. Attualmente, dei 253 cardinali, 140 sono sotto questa soglia di età. Resta però l’incognita di Giovanni Angelo Becciu, il cardinale il cui nome è stato legato a doppio filo ad un processo per un’episodio di cronaca giudiziaria della Santa Sede.
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Il cardinale Becciu
Ordinato sacerdote nel 1972, il prelato sardo vanta una lunga carriera ‘diplomatica’. Entrato nel servizio diplomatico della Santa Sede il 1° maggio 1984, ha prestato la propria opera presso le rappresentanze pontificie in Repubblica Centroafricana, Sudan, Nuova Zelanda, Liberia, Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti. Con Giovanni Paolo II è stato nunzio apostolico in Angola, a São Tomé e Principe. Sotto Benedetto XVI, invece, è stato nunzio a Cuba. Nel 2011 entra, invece, nella Segreteria di Stato come Sostituto per gli Affari Generali, ruolo poi confermato anche da Papa Francesco.
Nel 2018 Bergoglio lo nomina cardinale e l’anno successivo prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Nel 2020 Papa Francesco lo aveva però costretto a rinunciare ai “diritti e privilegi” del cardinalato dopo che Becciu era stato coinvolto in un scandalo finanziario che ha scosso la Curia romana. In sostanza, conservava il titolo cardinalizio, ma cessava da ogni incarico nella Curia romana e perdeva il diritto di entrare in un futuro Conclave.
Conclave, la presenza di Becciu
Nonostante non abbia alcun incarico nella Curia, Becciu conserva quindi il titolo cardinalizio. Motivo per cui, il cardinale sostiene di avere ancora il diritto a partecipare al prossimo Conclave per eleggere il successore di Bergoglio, anche se sia stato ufficialmente indicato come “non elettore” dall’Ufficio Stampa della Santa Sede.
Becciu, in quanto ex sostituto per gli Affari generali, era coinvolto nello scandalo dell’acquisto da parte della Santa Sede di un immobile di lusso da 200 milioni di euro a Londra, e in altre accuse sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato, come quelli inviati alla Cooperativa Spes di Ozieri. Accuse che gli sono però costate una condanna in primo grado a cinque anni e sei mesi di reclusione, mentre per il prossimo autunno è atteso l’appello e si attende l’esito.
Adesso il porporato sardo, invitato alle Congregazioni generali pre-Conclave al pari di tutti gli altri cardinali, manifesta l’intenzione di partecipare anche al voto per il nuovo Papa. “Richiamandomi all’ultimo Concistoro (quello nel quale è divenuto cardinale Arrigo Miglio, già arcivescovo di Cagliari e che accolse Bergoglio nella sua storica visita del settembre 2013) il Papa ha riconosciuto intatte le mie prerogative cardinalizie in quanto non vi è stata una volontà esplicita di estromettermi dal Conclave né la richiesta di una mia esplicita rinuncia per iscritto“, ha spiegato il cardinale Becciu all’Unione Sarda.
Con la partecipazione di Becciu, il numero dei votanti al Conclave salirebbe da 135 a 136, in un Sacro Collegio dove molti dei porporati, soprattutto quelli dalle estreme periferie della Chiesa, neanche si conoscono fra loro, sugli equilibri del Conclave saranno decisive proprio le Congregazioni generali, in cui intessere conoscenze, far emergere personalità e carismi, formare eventuali cordate.
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