25 aprile, da ‘Una vita difficile’ a ‘Una questione privata: i 4 film da vedere in questa giornata

Uno strumento come il cinema può servire proprio come veicolo per spingere i cittadini a rivivere le emozioni del passato e ricordare quali sono gli avvenimenti nefasti che hanno portato alle brutalità del secondo conflitto mondiale

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Nel giorno in cui l’Italia celebra la fine dell’occupazione nazista e del regime fascista e in cui ricorda la lotta portata avanti dalla Resistenza nel corso della Seconda Guerra Mondiale, per ogni cittadino italiano sembra sempre più difficile immedesimarsi nelle battaglie dei suoi avi. Sempre più lontani nel tempo e nello spazio, gli sforzi di chi è venuto prima di noi rischiano di essere dimenticati e al contempo l’attualità corre il pericolo di ritrovarsi a commettere gli stessi sbagli del passato.

Giornate come quella del 25 aprile, quindi, servono a tenere viva la memoria e a spingere il Paese a prendersi le proprie responsabilità, nella speranza di evitare che gli eventi del passato tornino ad occupare il presente. In questo senso, uno strumento come il cinema può servire proprio come veicolo per spingere i cittadini a rivivere le emozioni del passato e ricordare quali sono gli avvenimenti nefasti che hanno portato alle brutalità del secondo conflitto mondiale. Alcuni film ad oggi sembrano più adatti che mai per celebrare la ricorrenza del Giorno della Liberazione, in quanto carichi di significato e soprattutto piuttosto vicini all’attualità.

Film per il 25 aprile: Una vita difficile di Dino Risi

Uno dei primi classici che sembra più che adatto a questa ricorrenza è Una vita difficile, realizzato nel 1961 da Dino Risi, con protagonista Alberto Sordi, che interpreta un sottotenente che nel 1944 combatte al fianco dei partigiani e, dopo un episodio di morte sventata, si trova a vivere una vita completamente diversa, avendo perso il coraggio di tornare al fronte.

Silvio Magnozzi da sottotenente diventa giornalista e, in questa veste, racconta l’attualità senza però riuscire ad entrarvi davvero all’interno. Inerte, perde la donna della sua vita, per poi rinunciare anche alle sue idee politiche pur di riconquistarla. Dopo una vita passata a difendere la propria dignità dai soprusi e dalle aggressioni altrui, Magnozzi infine si rassegna all’ipocrisia del mondo e seppellisce le sue idee troppo grandi.

L’Agnese va a morire di Giuliano Montaldo

Nel 1976 vede invece la luce L’Agnese va a morire di Giuliano Montaldo. Il film, che si basa sul romando di Renata Viganò, racconta la storia della donna che dà nome all’opera, ovvero una vedova di un membro della Resistenza, che decide di divenire una staffetta partigiana. La storia è ambientata nelle Valli del Comacchio, che accompagnano la protagonista nella sua evoluzione personale e politica.

Da donna non particolarmente interessata all’attualità, diviene sempre più coinvolta nei piani dei partigiani, fino a diventare la “mamma” dell’intera compagnia, a mano a mano maturando una sempre più forte coscienza politica. La storia della donna, come si evince dal titolo, si conclude tragicamente, ma di lei restano le idee e la forza di volontà che hanno permesso al gruppo di sopravvivere, anche nei momenti più complessi.

Il partigiano Johnny di Guido Chiesa

Il Partigiano Johnny è un film più recente che esce nelle sale italiane nel 2000 sotto la regia di Guido Chiesa. Si tratta di un film tratto dall’omonimo romanzo di Beppe Fenoglio, che segue la storia di un giovanissimo studente universitario che diserta dall’esercito e torna a vivere ad Alba, inizialmente per dedicarsi ai suoi studi. Dopo la morte di un amico, il ragazzo decide però di lasciare la città e aggregarsi ad una fazione partigiana.

Dopo una serie di tragici eventi, un cambio di fazione e la perdita di un secondo amico. Il film si conclude su un’immagine fissa del protagonista, impegnato in un combattimento da solo contro numerosi nemici. La storia di un’odissea umana in uno dei periodi più complessi della storia italiana, che con realismo tenta di spiegare la disperazione ma anche la forza di volontà di un’epoca che ormai sembra lontanissima.

Una questione privata dei fratelli Taviani

Recentissima la trasposizione cinematografica di una seconda opera di Beppe Fenoglio, a cui hanno dato vita sul grande schermo i fratelli Taviani. Al centro del film sempre un giovanissimo partigiano, Milton, che scopre che la donna da lui amata potrebbe avere una relazione amorosa con il suo amico Giorgio, anch’esso combattente.

Nasce da questa consapevolezza la volontà di Milton di intraprendere un percorso di conoscenza di se stesso, che esternamente è visualizzato con un viaggio nelle verdi e nebbiose langhe. Col passare dei giorni le valutazioni si traslano anche all’attualità, con considerazioni sulla brutalità della guerra e sulle conseguenze che questa porta sempre con sé.

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