Pinguini Tattici Nucleari: concerto show tra sushi take-away e un “Mi vuoi sposare”?

6 Min di lettura

La band bergamasca infiamma il Palazzetto dello Sport a Roma con oltre due ore di spettacolo. Grandi classici, hit estive e dj set, la seconda data romana del tour è ricca di colpi di scena fra proposte di matrimonio e regali per i fan 

Saranno anche Pinguini Tattici Nucleari, abituati al freddo e al gelo cantato in “Antartide”, ma ieri al Palazzo dello Sport di Roma hanno infiammato la città con uno show da brividi. La band bergamasca fa doppietta sold out in uno show denso di colpi di scena con il loro “Dove eravamo rimasti tour”.

Un concerto che ha il sapore di rinascita, tanto che la prima cosa che il pubblico ascolta non appena le luci del PalaEur si spengono è l’intro parlata del frontman, Riccardo Zanotti, che racconta: «Il 27 febbraio 2020 siamo stati i primi a cancellare un concerto per via dell’emergenza Covid. Era una data importante, il nostro primo tour dentro i palazzetti. Oggi, dopo due anni, riprendiamo così, con la stessa voglia di ridere». 

Due anni di attesa dove i Pinguini hanno avuto modo di sfornare successi su successi, riproposti al pubblico, fra cui anche il nuovo singolo “Giovani Wannabe”, cantato a gran voce dai romani. Zanotti si mostra bravo e spigliato nel saper intrattenere la gente che ha davanti, raccontando il filo conduttore della scaletta: uno storytelling che introduce ai brani, li commenta, fa capire il vissuto di quelle canzoni. 

Emozionante il momento in cui la band ripercorre la loro carriera facendo scorrere foto su un monitor, dagli scantinati di Bergamo ai primi tour, fino al successo sanremese del 2020 col brano “Ringo Starr”: da lì la strada è in discesa. La canzone dedicata alla loro città, “Bergamo” appunto, è quasi sussurrata come il ricordo dei loro inizi. Bellissimo anche l’omaggio al padre di Zanotti, Roberto, al quale è stata dedicata “Scatole”: un viaggio nel rapporto padre-figlio e sull’incomunicabilità che ci può essere. 

«Siamo una band, piccole stelle minori di una costellazione» 

È raro vedere così affiatamento fra membri dello stesso gruppo. Zanotti non solo passeggia sul palco parlando col pubblico, ma abbraccia gli altri Pinguini, cantando insieme a loro. Finché non accade il primo colpo di scena: impugna il microfono Elio Biffi, normalmente impegnato con tastiera e fisarmonica, che per un quarto d’ora prende in mano la situazione e diventa momentaneamente la voce del gruppo. 

A Biffi l’arduo compito di reinterpretare un vecchio brano della band, “Cancelleria”, intriso di metafore sociali. Anche il secondo Pinguino si mostra sicuro di sé, trasporta il pubblico nella canzone. 

I Pinguini sono in sei, non esiste solo il frontman, e per questo, fra un assolo di chitarra elettrica di Lorenzo Pasini, o il riff della batteria di Matteo Locati, spunta a metà concerto una consolle da dj nel bel mezzo del palco. Zanotti spiega: «In molti ci chiedete di suonare canzoni vecchie del nostro repertorio. Ora, noi siamo consapevoli che un concerto non possa durare così tanto, però abbiamo deciso di comune accordo di presentarle tutte quante insieme in un unico medley». 

A condurre i giochi, questa volta, è Nicola Buttafuoco, chitarrista e anche produttore musicale, che opera un mix fra alcune canzoni non in scaletta, come “Bohemien”, “Fermo a guardare” e “We want marò back”. 

Non solo musica, ma piccole sorprese

Manca solo il nome di Simone Pagani, bassista della band, che prende l’iniziativa quasi in chiusura quando regge la scenetta comica con Zanotti: entra un fattorino di cibo a domicilio che consegna alla band una porzione di sushi take-away. È il momento di cantare “Sashimi”, canzone del 2019, che viene intonata dal batterista mentre il frontman passeggia fra il pubblico, distribuendo pezzi di cibo appena “consegnato” e pronto per essere mangiato. 

E se si parla di colpi di scena non può mancare la classica proposta di matrimonio, avvenuta poco dopo le note di “Washington Lake Boulevard” quando Zanotti chiama sul palco una coppia di giovani ragazzi. Chiudono le due ore di musica il successo più grande di Pinguini, “Pastello Bianco”, la romantica ballad che racconta dell’imprevedibilità dell’amore, fra gioie e separazioni improvvise, ma sempre pronto a sbocciare nuovamente. 

Uno show intenso e coinvolgente, fra risate e brividi di emozione, che ripaga enormemente i due anni di attesa che la band e il suo pubblico hanno dovuto attendere prima di incontrarsi di nuovo. Attesa ora per il prossimo album.

© Riproduzione riservata

Condividi questo Articolo