Dalla morte di Papa Francesco sono state svariate le opinioni espresse circa il suo pontificato bergogliano come innumerevoli le ipotesi del suo futuro successore. Con l’inizio del Conclave fissato al 7 maggio, è stato inevitabile non immaginarsi quali saranno le sorti della Chiesa. In attesa della fumata bianca, l’immagine che rispecchia al meglio l’atmosfera della Curia e del Vaticano sono i porporati che a passo svelto cercano di sfuggire alle domande e alle provocazioni dei cronisti in cerca di cenni o riferimenti al futuro Papa.
Non solo giornalisti, però, all’ingresso del Petriano, dove i cardinali che partecipano alle Congregazioni generali guizzano via dalle telecamere. Proprio tra la calca di braccia alzate per tendere un microfono al cospetto dei porporati trafelati, figura un sacerdote che resta invece imperturbato dietro le transenne ma con uno scopo ben preciso: cercare di “influenzare” il voto del Conclave.
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“Votate Sarah, no ad un Francesco II“, è il suggerimento che padre Carlo sussurra alle orecchie dei cardinali che entrano ed escono dalle riunioni pre Conclave. Con un ombrello nero per ripararsi dal sole cocente di questi giorni, il sacerdote, giunto direttamente dal Québec, staziona nei pressi delle mura nella speranza di essere in un qualche modo ascoltato. “Capisco che la chiesa si sente messa da parte però ci sono cose che non si possono fare: no ai compromessi“, puntualizza il sacerdote canadese che ripete il suo spasmodico desiderio di vedere i paramenti papali indosso al cardinale guineano Robert Sarah e non un secondo capitolo del pontificano bergogliano.
Perché un Sarah post Papa Bergoglio
Parolin, Zuppi, Pizzaballa, Grech, Tagle, Abongo Besungu, Tobin e Cupich, dal 21 aprile, decesso di Papa Francesco, sono apparsi nelle varie liste di papabili stilate dai giornali sulla base di ipotesi, stime, sondaggi e opinioni di vario tipo. In verità, tra questi, Robert Sarah non passerebbe in sordina proprio per il suo punto fermo sulle questioni principali prese in considerazione come metro di paragone tra i porporati possibili pontefici.
Il cardinale in questione terrebbe banco alle proposte aperturiste sulle coppie di fatto, sull’omosessualità, sulla comunione ai divorziati risposati, sul ruolo delle donne e, il messale pre-conciliare (la cosiddetta messa in latino), oltre all’ipotesi di un’attenuazione del celibato sacerdotale obbligatorio. Una figura quindi che potrebbe riprendere le redini di una Chiesa più tradizionale mantenendola in un’ottica di stampo conservativa. Su di lui potrebbero concentrarsi i voti della corrente conservatrice dei cardinali nord-americani.
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