Mattarella: “Nella lotta alla mafia centrale educare i giovani ai valori costituzionali”

Nella ricorrenza dei 43 anni dalla morte di Pio La Torre, il Presidente della repubblica ha reso omaggio a uno dei personaggi chiave della lotta contro la mafia

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Nel 43° anniversario dell‘omicidio di Pio La Torre e Rosario Di Salvo, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha lanciato un appello sull’importanza cruciale dell’educazione nella lotta alla mafia, sottolineando l’importanza di sensibilizzare le nuove generazioni ai principi della Costituzione. Le dichiarazioni, riportate dall’ANSA, arrivano in un giorno di solenne commemorazione per la Sicilia e per tutto il Paese.

Il 30 aprile 1982 venivano assassinati a Palermo Pio La Torre, segretario regionale del PCI e promotore della legge Rognoni-La Torre che introdusse il reato di associazione mafiosa, e il suo autista Rosario Di Salvo. Le commemorazioni di quest’anno hanno visto una forte partecipazione istituzionale e popolare, con cortei e iniziative in tutta la regione.

L’appello di Mattarella: scuola e Costituzione

In questo contesto, il Presidente Mattarella ha sottolineato come la lotta alle mafie passi necessariamente attraverso l’educazione delle nuove generazioni. “La scuola deve essere in prima linea nel promuovere la cultura della legalità“, ha dichiarato il Capo dello Stato, definendola “l’antidoto più efficace” contro la criminalità organizzata.

Le parole di Mattarella evidenziano come “educare i giovani ai valori costituzionali significa costruire cittadini liberi e responsabili, immuni dal contagio mafioso“. Un concetto particolarmente significativo nell’anniversario dell’uccisione di La Torre, che proprio attraverso gli strumenti legislativi aveva cercato di colpire le organizzazioni criminali.

Le commemorazioni a Palermo

PalermoToday descrive le celebrazioni svoltesi nella città dove avvenne l’eccidio, con la deposizione di corone di fiori nel luogo dell’agguato in via Isidoro Carini. Autorità locali e rappresentanti delle associazioni antimafia hanno ricordato il sacrificio dei due uomini, sottolineando come il loro esempio sia ancora oggi un faro nella lotta alla criminalità organizzata.

A 43 anni da quel tragico evento, le parole di Mattarella e le commemorazioni odierne dimostrano come la memoria delle vittime della mafia si intrecci indissolubilmente con l’impegno attuale. L’educazione alla legalità, la conoscenza della Costituzione e il ricordo di chi ha combattuto le mafie appaiono come gli strumenti più potenti per vincere questa battaglia culturale prima ancora che giudiziaria.

Non sono mancate tuttavia alcune polemiche riguardo alle celebrazioni, come riportato dai media locali. A pesare è stata l’assenza della Regione siciliana e dell’Assemblea regionale siciliana, come hanno sottolineato con disappunto anche i presenti. “E’ gravissima quest’anno l’assenza del governo regionale e di un rappresentante istituzionale dell’Ars – ha detto Barbagallo -. Il ricordo di La Torre e Di Salvo è un momento che riguarda tutti i siciliani e non può essere strumentalizzato né tantomeno dimenticato“.

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