A 88 anni, Papa Francesco “è tornato nella Casa del Padre“, per citare le parole del Cardinale Farrell che questa mattina ne ha annunciato il decesso. In 12 anni di pontificato, Jorge Bergoglio ha affrontato alcuni dei momenti storici più importanti della nostra contemporaneità, compreso il Giubileo in corso quest’anno che ha potuto aprire ma non concludere.
Tra i momenti che però sono rimasti nella storia del suo Pontificato, c’è la celebrazione dell’Urbi et Orbi del 2020, anno in cui la pandemia dal Covid-19 ha fermato il mondo e, in primis, l’Italia. Il 27 marzo, Papa Francesco, nel pieno dell’emergenza sanitaria mondiale, apparve solo nella piazza deserta di San Pietro, vestito di bianco e pronto a chiedere al Signore la fine della pandemia e dare all’umanità l’indulgenza plenaria. Una solitudine che abbracciava il mondo intero, chiuso in casa nel terrore di una malattia le cui conseguenze erano ancora sconosciute.
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Le immagini del Pontefice che, lontano dai suoi amati fedeli, saliva i gradini del sagrato sotto la pioggia, già affaticato dall’età, e pronto a mandare un messaggio di speranza e solidarietà al mondo intero, consapevole del bisogno di vicinanza e sostegno di cui l’umanità intera necessitava. Poco distante dalla figura di Papa Francesco si stagliavano un crocifisso e l’immagine di Maria, immersi in un silenzio che appariva quasi surreale.
Quell’immagine resterà scolpita nelle menti di fedeli e non, nella consapevolezza della particolarità di un contempo che, fortunatamente, si presenta raramente nella vita dell’umanità. A cinque anni di distanza, nel giorno della morte di Papa Francesco, è proprio questa la foto che rappresenta al meglio il Pontificato di un Capo della Chiesa che ha saputo essere presente nella vita dei cattolici anche nei momenti di maggiore difficoltà, pronto a sostenerli e guidarli nella speranza così come nella preghiera.
Papa Francesco: “Il silenzio assordante paralizza ogni cosa al suo passaggio”
Nel 2020, la celebrazione di Urbi et Orbi assunse un significato cruciale. Quel “A Roma e nel mondo“, in un anno di solitudine e isolamento, divenne un segnale di fede e fratellanza a significare che anche nei momenti più bui la luce della fede è in grado di illuminare il percorso dell’umanità. Lo stesso Papa Francesco dedicò la sua omelia proprio a questo concetto, ricordando come “da settimane fitte tenebre si siano addensate sulle nostre piazze, strade e città, impadronendosi delle nostre vite, riempiendo tutto di un silenzio assordante e di un voto desolante, che paralizza ogni cosa al suo passaggio“.
L’umanità, circondata da una malattia sconosciuta, si è trovata “impaurita e smarrita“, presa alla sprovvista da una tragedia inaspettata. In questo momento brutale, gli uomini capirono di essere costretti in una situazione superabile solo attraverso la collaborazione e la fratellanza tra popoli. “Abbiamo proseguito imperterriti, pensando di rimanere sempre sani in un mondo malato. Ora, mentre stiamo in mare agitato, ti imploriamo: “Svegliati Signore!“, dichiarò il Santo Padre, ricordando come in un periodo così complesso fosse fondamentale rivolgersi al Signore, per chiedere il suo aiuto e la sua vicinanza.
“È il tempo di reimpostare la rotta della vita verso di Te, Signore, e verso gli altri“, disse Bergoglio, circondato dal silenzio rotto solamente dalle sirene dalle ambulanze romane. Lo stesso silenzio, oggi, sembra accogliere i fedeli di tutto il mondo, costretti a piangere la scomparsa improvvisa di un pontefice, che per 12 anni ha accompagnato la cristianità e il percorso di miliardi di cattolici. A cinque anni di distanza da quel giorno di solitudine e tenebre, oggi il Santo Padre è venuto a mancare in un’attualità in cui l’umanità è dilaniata dalle guerre e dai conflitti, le stesse che il Pontefice ha sempre invitato ad abbandonare, nella prospettiva di un futuro di fratellanza e solidarietà.
“Avidi di guadagno, ci siamo lasciati assorbire dalle cose e frastornare dalla fretta. Non ci siamo fermati davanti ai tuoi richiami, Signore, non ci siamo ridestati di fronte a guerre e ingiustizie planetarie, non abbiamo ascoltato il grido dei poveri, e del nostro pianeta gravemente malato“, dichiarò cinque anni fa il Pontefice, con parole che oggi sembrano più attuali che mai.
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