Dazi, Trump salva l’automotive: revoca il 25% inflitto sul settore

Il presidente Trump si dice “flessibile, ma non cambio idea. Presto nuovi provvedimenti”. Ma cresce la pressione delle aziende americane perché abbandoni la linea dura

3 Min di lettura

Nuovo giorno, nuova acrobazia sui dazi che dal 2 aprile scorso continuano a sconvolgere mercati, Paesi e cittadini. Questa volta, il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha deciso di fare un’ennesima giravolta, revocando il 25% inflitto sul settore automobilistico.

Il tycoon parlando ai cronisti avrebbe difatti suggerito di esentare temporaneamente le case automobilistiche dalle tariffe per dare loro il tempo necessario per adattare le proprie catene di approvvigionamento. “Sto valutando una soluzione che possa aiutare alcune case automobilistiche in questo senso“, ha rivelato spiegando che queste hanno bisogno di tempo per trasferire la produzione da Canada e Messico e altri Paesi, negli States.

La necessità di tempo per adattarsi è stata espressa anche da Matt Blunt, Presidente dell’American Automotive Policy Council, associazione che rappresenta Ford, General Motors e Stellantis. Affermando di condividere gli obiettivi di Trump di aumentare la produzione nazionale, Blunt ha spiegato che le aziende hanno bisogno di tempo perché “produrranno i loro prodotti qui, ma hanno bisogno di un po’ di cose“. Nonostante l’essere favorevole alla linea trumpiana, il il Presidente dell’associazione ammette pur sempre la consapevolezza che “dazi estesi sui componenti potrebbero minare il nostro obiettivo comune di costruire un’industria automobilistica americana fiorente e in crescita“.

Dazi, a che gioco sta giocando Trump

Dopo questo gesto “magnanimo” però, niente da fare, perché sui dazi Trump non molla un centimetro. Anzi, conferma le estensioni che presto vedranno protagonisti i prodotti farmaceutici, dopo aver cercato di correggere il tiro sulle esenzioni per i settori dell’elettronica, che saranno solo temporanee e verranno seguite da misure specifiche per il settore. Esenzione, nello specifico, su smartphonecomputer e altri prodotti elettronici come i chip di memoria dai dazi reciproci, emessa due giorni fa dal tycoon.

A questo punto però, sorge anche il dubbio che Trump abbia davvero uno schema strategico legato alle tariffe commerciali, o se sia un suo guilty pleasure questo tema al punto di rifiutare qualunque invito a riflettere razionalmente sui danni e i rischi che starebbe provocando. L’inquilino della Casa Bianca non cede, forse anche per non dare l’impressione di essere influenzabile. Perciò ripete che imporrà dazi sui prodotti farmaceutici “in un futuro non distante, perché noi non produciamo più farmaci. Le compagnie sono in Irlanda e in molti altri posti, come la Cina, e tutto quello che devo fare io è mettere dazi“.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo