Le stime presentate dalle Nazioni Unite sono alte: una media di 83 persone uccise ogni giorno, fra cui nove donne e 18 bambini. Bachelet: «Mancato rispetto delle norme di diritto internazionale»
Secondo una stima proiettata dalle Nazioni Unite, in circa dieci anni di conflitto in Siria sono state uccisi più di 300mila civili: è la stima più alta mai fatta di morti legate alla guerra civile, iniziata nel 2011.
Stando al rapporto pubblicato dal Consiglio dei diritti umani dell’Onu, ogni giorno si sarebbero contati circa 83 morti, fra cui nove donne e 18 bambini. «Le cifre relative alle vittime dei conflitti riportate nel rapporto non sono semplicemente una serie di numeri astratti, ma rappresentano singoli esseri umani. L’uccisione di ciascuno di questi 306.887 civili ha avuto un impatto profondo sulle famiglie e le comunità a cui appartenevano», dichiara Michelle Bachelet, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani.
A morte delle oltre 300mila persone rappresenta l’1,5% della popolazione totale e la cifra suscita una serie di preoccupazioni «per il mancato rispetto delle norme di diritto internazionale umanitario sulla protezione dei civili delle parti in conflitto».
«Voglio essere chiara: queste sono le persone uccise come risultato diretto delle operazioni di guerra. E non include i molti, molti altri civili che sono morti a causa della perdita dell’accesso alle cure sanitarie, al cibo, all’acqua potabile e ad altri diritti umani essenziali, che devono ancora essere valutati. Questa analisi darà anche un senso più chiaro della gravità e della portata di questa guerra», conclude Bachelet.