Durante la presentazione del Supercomputer Leonardo a Bologna l’arcivescovo pone l’attenzione sulla grande sfida che dovremo sostenere
Uomo e tecnologia. Un legame sempre più stretto in cui comincia a essere faticoso individuare la fine dell’uno e l’inizio dell’altra. Da Bologna giungono le parole illuminanti di Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente Cei.
“L’uomo rimanga sempre al centro anche dell’innovazione tecnologica, perché non perda sé stesso e perché sappia generare vita e non morte”. Questo il monito del cardinale, che questa mattina è a Bologna al Tecnopolo per l’inaugurazione del nuovo supercomputer, gestito dal Consorzio Cineca.
“Con la tecnologia – sottolinea Zuppi – l’uomo è capace di fare cose straordinarie, ma anche di distruggere e distruggersi, basta vedere gli ordigni nucleari”. L’avvio del nuovo supercomputer rappresenta anche “la grande sfida dell’intelligenza artificiale – aggiunge il cardinale – è una grande sfida per il futuro: quale sarà il potere dell’intelligenza artificiale? Chi decide? E quindi anche il problema dell’etica, come vogliamo che sia?”.
L’augurio di Zuppi diventa un avvertimento da tenere a mente, prima che l’entusiasmo del progresso lascia il posto a desideri di potere scellerati: “L’uomo sappia usare la sua straordinaria capacità creativa e generativa per creare vita e non morte”.