Se il solo test match al Foro Italico con una qualità di colpi mostruosa del numero uno al mondo, Jannik Sinner, ha radunato una muraglia umana attorno al campo, con bambini stazionanti sotto al sole con la speranza di vederlo passare, si prospetta che oggi la sua scesa in campo alle 19 sul Centrale, radunerà un tifo senz’altro sfegatato.
La magia del ritorno alle competizioni dopo lo stop di tre mesi dovuti al caso Clostebol, vedrà l’altoatesino affrontare dall’altra parte della rete Mariano Navone, il terraiolo argentino n.99 del ranking che ha eliminato il giovane Federico Cinà impedendo un confronto azzurro e che, un po’ per ironia un po’ no, promette di provare ad essere il guastafeste del rientro del campionissimo nel loro primo confronto in carriera.
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Considerando che il Centrale è sold out, non c’è più neanche un posto in piccionaia, Sinner ha di fatto monopolizzato l’attenzione di media e spettatori agli Internazionali BNL d’Italia di tennis. Un’attenzione che, secondo Lorenzo Musetti, non toglie nulla agli altri azzurri, neppure la pressione che un italiano prova scendendo in campo a Roma.
“Il fatto che il suo rientro sia visto come un’occasione per tutti da non perdere non credo che tolga spazio ad altri giocatori, al movimento italiano in generale“, spiega rispondendo a una domanda dell’AGI durante l’incontro con la stampa dopo l’esordio vincente contro il finlandese Otto Virtanen.
Lo spettacolo però comincia ben prima. Dalle 11, con un’altro ritorno, che dopo quattro anni di assenza dovuti a malanni vari si rivede sul Centrale della sua città il romano del quartiere Talenti, Matteo Berrettini che giocherà per la prima volta in carriera contro Jacob Fearnley, il britannico co-protagonista dell’addio al Foro Italico di Fabio Fognini nella serata in cui il mondo ha accolto il nuovo Papa Leone XIV.
Alle 13, invece, sul Centrale scenderà in campo la n. 2 del mondo Iga Swiatek per affrontare l’americana Collins. Dopo sarà il turno dell’azzurra Jasmine Paolini opposta a Ons Jabeur. Gli altri due italiani protagonisti di questo sabato storico saranno sulla Grand Stand Arena, dove Matteo Gigante si troverà davanti Jakub Mensik, nel terzo incontro a partire dalle 11, e verso le 19 scenderà in campo Luca Nardi, opposto a De Minaur.
Sinner, i mesi difficili e la voglia di tornare
La scorsa settimana, proprio in occasione del suo rientro, Sinner ha tenuto un incontro con i giornalisti, durante il quale la curiosità ha dovuto per forza di cose lasciare spazio a domande sul periodo di pausa forzata a cui si è sottoposto l’altoatesino. Non entrando nei dettagli, il tennista si è imitato a definire “difficili” gli scorsi tre mesi ammettendo di aver trovato complessi i limiti a lui imposti.
“La parte più difficile è stato che non riuscivo a guardare altri sport, non potevo andare allo stadio a vedere una partita di calcio o a una corsa di motori“, aveva spiegato con una certa amarezza, pur sottolineando anche alcuni aspetti più piacevoli.
Il periodo di sospensione ha infatti permesso a Sinner di dedicare tempo a famiglia e persone care, scoprendo cosa significa allinearsi ai ritmi degli altri e non essere costantemente sotto pressione. Nonostante la fuga mentale, però, il fisico di Sinner ha ovviamente risentito del momento di stop. “Non ho toccato una racchetta per un mese“, ha ammesso, ricordando le vesciche apparse subito dopo la ripresa degli allenamenti.
Dall’intervista era emerso come Sinner non si sentisse affatto cambiato, ma di aver compreso che ciò che conta è chi ti attende fuori dal campo. Quindi, nonostante all’inizio si sentisse un po’ confuso, ha deciso di tornare a casa dove è rimasto con la famiglia, e dove si è potuto sentire sicuramente “più libero“.
Non sono mancate neanche domande più mirate al caso, e per quanto riguarda la decisione del patteggiamento, Sinner ha voluto chiarire che inizialmente non era propenso ad accettarlo, ma di aver poi compreso di dover cedere “a un male minore“.
Tornando poi agli Internazionali al Foro Italico, l’altoatesino, con l’umiltà che lo contraddistingue, ha precisato con fermezza di non voler entrare in campo con la volontà di “battere chiunque“, ma di essere pronto ad affrontare il primo torneo dopo lo stop, senza mai dimenticare quali sono i suoi obiettivi.
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