Il calcio italiano è in continua evoluzione tra nuove riforme, vecchi problemi e la volontà di costruire un qualcosa di nuovo. E proprio su questi argomenti è intervenuto Gabriele Gravina, rieletto presidente della Figc, il quale ha toccato anche altri importanti temi, dalla sua rielezione all’opportunità rappresentata dall’Europeo 2032 che si disputerà in Italia.
Gravina, i motivi per cui si è ricandidato a presidente della Figc
Gabriele Gravina, presidente della Figc dal 2018, ha rilasciato un’interessante intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno in cui si è lasciato andare su diversi temi. In primis, ha voluto dire la sua a proposito dei motivi per cui si è ricandidato, chiare che a prevalere è stata “la volontà di completare il percorso di rinnovamento che abbiamo iniziato”. Il riferimento è indirizzato alla modifica dello Statuto Federale che ha “gettato le basi per ritrovare serenità e compattezza”. Non mancano gli elogi a Spalletti, che ha avuto il merito di risistemare la Nazionale dopo il deludente Europeo disputato nell’estate del 2024.
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Gravina ha voluto anche ribadire i punti forti del suo programma, che lo porteranno a ricoprire l’incarico fino al 2029. Il presidente dalla Figc ha ribadito che l’azione verterà su due livelli, quello interno al calcio, con l’obiettivo di rendere stabile e sostenibile il calcio professionistico, e quello esterno coinvolgendo il Governo. A proposito di quest’ultimo punto, ha chiesto un aiuto alla politica proponendo di reinvestire una parte dei proventi delle scommesse nei settori giovanili, nel calcio femminile e nell’impiantistica.
Il futuro di Serie A e Champions League
Nel corso della sua intervista, è stato toccato anche il tema delle riforme che possano interessare la Serie A, in particolare per quanto riguarda la riduzione del numero dei partecipanti. Non è proprio di quest’avviso Gravina, che sottolinea come “l’obiettivo che ci dobbiamo porre è la sostenibilità del calcio professionistico”. A tal proposito ha voluto ricordare che, sotto il suo mandato, ha avuto inizio un maggior controllo delle iscrizioni e della gestione.
Intervenuto anche sul nuovo tipo di Champions League, si è detto soddisfatto della nuova formula, rivelando che la UEFA è già pronta a vendere i diritti tv per i prossimi 6 anni. L’argomento dei diritti televisivi è un altro tema che sta a cuore a Gravina che non si nasconde e auspica che sia “uno sprone a rinnovarsi”.
Gravina: “Europeo 2032? Bisogna accelerare”
Il 2032 sarà un anno importante per l’Italia del pallone che, insieme alla Turchia, ospiterà l’Europeo. Si tratta di un evento di notevole importanza che potrà dar lustro al nostro Paese e su cui il presidente della Figc si dice fiducioso. Gravina non ha però paura di ammettere che bisogna accelerare. Il riferimento è al fatto che tra 1 anno e mezzo bisognerà indicare alla UEFA cinque stadi. Gravina, sottolineando questa necessità, lancia un appello al Governo e al Parlamento, che dovrebbero “snellire la burocrazia” per permettere la costruzione di nuovi e sostenibili impianti.
Sempre sul tema stadi, molte voci di corridoio vedono la città di Bari tra le candidate ad ospitare delle partite di Euro2032. Ma la possibilità è concreta? “Dipende dalla progettualità sullo stadio”, sottolinea un Gravina che comunque ricorda come “gli azzurri a Bari si siano trovati sempre benissimo”.
Il rapporto con Spalletti e il problemi del poco spazio per i giovani
Durante l’intervista, il presidente della Figc si è soffermato su due punti: il rapporto con Spalletti e il problema dei giovani che non trovano spazio. Per quanto riguarda il primo tema, la fiducia nel Ct della Nazionale Italiana è molto alta, tanto da voler sottolineare come il progetto di ringiovanimento della rosa abbia già iniziato a produrre i frutti. Inoltre ha voluto lasciarsi andare ad una previsione: “Questo è un gruppo di valore che saprà entusiasmare”.
Per quanto riguarda l’annoso problema dei giovani e del poco spazio, per Gravina si tratta di “un problema culturale e di visione manageriale” e non di mancanza di talenti. La dimostrazione si trova nei risultati delle nazionali giovanili. A tal proposito, il presidente della Figc ha voluto lanciare un appello: “In Italia bisogna creare maggiori opportunità per offrire ai giovani le occasioni per maturare”.
Il tema della multiproprietà nel calcio
Il tema della multiproprietà nel calcio italiano è stato sempre un argomento delicato. Anni fa fu Claudio Lotito ad essere il protagonista della proprietà contemporanea di Lazio e Salernitana, ma negli ultimi anni è salito alle cronache il caso del Bari. La società pugliese condivide la stessa proprietà del Napoli, ovvero la famiglia De Laurentiis, e lo stesso Gravina propose una proroga per permettere di mantenere la stessa appartenenza.
L’attuale presidente della Figc ha voluto ribadire che la proroga cesserà di avere effetto nel 2028 ricordando che la modifica fu fatta per chi “ha ricostruito il club, investendo in prima persona”. Tante furono le proteste dei tifosi baresi che hanno sempre ribadito di voler essere indipendenti e, interrogato sulle vicende societarie, Gravina si è voluto smarcare. Infatti, ribadendo di non voler entrare nelle dinamiche della proprietà, ha voluto dire solo che “le potenzialità di questo territorio ne fanno una perla del Sud Italia”
L’esempio del Lecce e il rammarico per il Taranto
Gabriele Gravina, interrogato sul virtuosismo del Lecce, ha poi voluto fare i complimenti alla dirigenza leccese, rea di dimostrare che “con passione e competenza è possibile fare calcio a certi livelli”. Un lungo elogio è stato dedicato anche alla tifoseria che rappresenta “un valore aggiunto importante per la regione e anche per la Serie A”.
Infine, il presidente della Figc, originario di Castellaneta, località vicino Taranto, ha voluto dire la sua sulla situazione del club tarantino. Si è detto “profondamente amareggiato” e ha sottolineato che non ci si può più permettere una stagione con penalizzazioni e criticità dal punto di vista economico. Proprio per questo ha dichiarato di aver voluto richiamare tutte le componenti a prendersi “la responsabilità collettiva affinché si riapra il tavolo della riforma”. Tutto nel nome della sostenibilità del calcio italiano.
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