Nella giornata di ieri, 18 novembre 2023, è andato in scena l’evento “Emozione a Trastevere”. Un incontro speciale quello avvenuto nel campo del Trastevere Calcio, in via Vitellia, che ha messo in luce la storia di una società attraverso l’installazione di cinque lastre in travertino che riavvolgono il tempo e fanno riaffiorare mille emozioni. Presente per l’occasione anche il noto attore e regista romano Carlo Verdone per il quale questo ambiente rappresenta un pezzo di cuore.
Trastevere Calcio, una storia a tinte amaranto-oro
Una storia, quella del Trastevere Calcio, che parte dal lontano 30 agosto del 1909, giorno della sua fondazione, ma è il 12 ottobre 1925 che arriva la prima partita ufficiale contro la Lazio. Gli anni passano e la nota società della Capitale ne vive tante sulla sua pelle: a partire dal periodo fascista, fino ad arrivare all’approdo in Serie B, con il conseguente arrivo sulla panchina amaranto-oro di Fulvio Bernardini.
Il Trastevere Calcio, però, è anche altro. “Basti pensare che Pier Paolo Pasolini viveva a Via Fonteiana, a due passi da qui, nello stesso stabile di Bernardo Bertolucci”- ha detto Pier Luigi Betturri, Presidente del Trastevere -. Pasolini, come si sa, era un grande appassionato di calcio e appena poteva correva a giocare. Purtroppo al giorno d’oggi mancano personaggi del genere”. Come dimenticare poi tra gli altri nomi, che sono passati per questo storico quartiere, quello di Sergio Leone che ha scritto pagine importanti della storia del cinema.
Tra le vittorie più grandi della società, inoltre, c’è il tesseramento di chi, qualche anno più tardi, è diventato il simbolo del calcio romano e italiano: Francesco Totti. 097264, questo il numero di tessera di una delle stelle più lucenti di questo sport che qui, al Trastevere, ha disputato il suo primo campionato dilettantistico approdando poi, nel 1986, alla Lodigiani.
Nonostante una storia che parli di una città dentro la città e di tanti nomi illustri, nel 2001-2002 la società interrompe l’attività calcistica per problemi economici. Un duro colpo che, però, lascia spazio allo stupore e alla gioia nel 2012, quando ad aprire un nuovo capitolo è Pier Luigi Betturri. L’attuale Presidente della società, infatti, decide di ridare al rione trasteverino quello sport che tanto era mancato negli ultimi anni, arrivando così a scrivere pagine di storia che ancora, al giorno d’oggi, ne hanno da raccontare.
Lo stesso Carlo Verdone ne ha parlato: “Io sono particolarmente legato a questo campetto perché quando facevo sega a scuola venivo qua con tre amici, che avevano altri amici che avevano fatto lo stesso in altre scuole, e ci davamo appuntamento qua. Poi il caso ha voluto che mio figlio entrasse in una squadra di calcio e ha giocato qua le sue prime partite. Mi ricordo che l’ho accompagnato, lui era il più piccolino, e la gente con il fatto che ‘Era il fio de Verdone’ diceva ‘Lui no, il fio de Verdone no’. Quando entrò, segnò subito un gol ed è stato uno dei momenti più belli della vita mia e vedevo i mugugni dei genitori”.
Trastevere Calcio, Verdone e l’appartenenza alla maglia
Quella del Trastevere è, in tutto e per tutto, una storia fatta di valori, di appartenenza e di legame ad una maglia storica. Un insieme di elementi che, anche vedendo il calcio di oggi, sta lentamente scomparendo, lasciando posto a ben altro. A mettersi seduto sul trono delle aspirazioni, infatti, è il dio denaro che, in un modo o nell’altro, sta pian piano uccidendo il romanticismo di questo sport. “Il calcio deve ritornare ad essere il calcio di una volta. Bisogna tornare ad essere nostalgici perché spesso vediamo giocatori che non potranno mai essere bandiere per quella squadra perché se ne andranno via”, ha detto Verdone.
In questo scenario, dunque, diventa impossibile immaginare il calcio come quello di una volta. Uno degli esempi lampanti, e sicuramente più recenti, è quello di Tonali, ma sono molti i predicatori di un amore viscerale per la maglia che poi così tanto viscerale non è. “Quindi il calcio ha perso molta poesia. Bisogna puntare molto sui nostri allievi, sui ragazzi che giocano in piccole squadre di quartiere, è importante andare nei vivai sennò i Totti, i Del Piero non ci saranno più- ha detto Verdone – . Dobbiamo tornare a quel calcio e per farlo dobbiamo dare dei valori a questi ragazzi che giocano come ad esempio l’onestà. Il calcio sta diventando troppo un business e ha perso la poesia, dobbiamo recuperare quella poesia di una volta“.