Dominio, sofferenza e sollievo finale. Il racconto di Ucraina-Italia si snocciola in tre fasi, la cui somma restituisce un dolce 0-0 agli Azzurri. Tradotto: quanto basta per qualificarsi ad Euro 2024 in Germania, con l’obiettivo di difendere il titolo conquistato a Wembley nel 2021. Magari conducendo ogni gara ad alto ritmo come fatto per un tempo e mezzo sul neutro di Leverkusen, ma capitalizzando al meglio le occasioni create.
L’Ucraina accede ai playoff a testa altissima e con l’Israele si giocherà uno degli ultimi biglietti per l’Europeo. Stavolta, per la Nazionale niente patemi dal punto di vista degli impegni extra a riempire un già fittissimo calendario di calcio. Eppure lo spavento ha attraversato milioni di schiene a 2′ dal termine di Ucraina-Italia, con un contatto dubbio tra Cristante e Mudryk davanti a Donnarumma. Mister 100 milioni, però, forse si lancia prima del dovuto ed allora i nervi finalmente possono distendersi.
Italia, trauma superato?
L’Italia, nel complesso, ha disputato un’ottima gara ma ha avuto il demerito di lasciare una porticina aperta per gli avversari, che vi si sono fiondati per intero man mano che il secondo tempo faceva il suo corso. Rimpianto, per Spalletti, è il gol mangiato da Frattesi nel primo tempo su imbeccata di Chiesa, ma la gioia – oltre che per il traguardo raggiunto – è nell’ammirare la qualità del palleggio mostrata nelle fasi centrali della sfida.
C’è ancora tanto da lavorare, ma il lavoro è ben avviato. La sensazione è che la Nazionale sia ancora un gruppo in convalescenza, scottato dal secondo Mondiale saltato in un match da dentro o fuori come quello di stasera. Un trauma che questo 0-0 potrà contribuire a lenire, così da restituirci gli Azzurri nella loro miglior versione possibile. D’estate. In Germania. Insomma, ci siamo capiti, no?