4 giornate a Mourinho per le offese a Taylor, 50mila euro di multa alla Roma e divieto di trasferta in occasione della prima gara esterna in Europa della prossima stagione per i tifosi. Il bollettino di guerra a tinte giallorosse porta firma e controfirma dell’UEFA, l’organo presieduto da Ceferin e tanto solerte quanto fermo nel prendere provvedimenti di questo tipo.
Non vi è alcun margine di discussione per la natura del provvedimento: le offese di Mourinho ci sono state – con tanto di video nel sottopassaggio – idem il lancio di oggetti e utilizzo di fumogeni da parte di alcuni supporters in quel di Budapest. A colpire l’opinione pubblica è stata anche l’aggressione di alcuni esagitati nei confronti dell’arbitro Taylor in aeroporto, a fornire ulteriore giustificazione alla sanzione.
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Roma, Rosella Sensi tuona: “Uno schifo”
Tutto giusto, direte voi: si può non essere d’accordo con l’UEFA, almeno in questa circostanza? La risposta antitetica arriva da Rosella Sensi, che ha parlato così delle sanzioni alla Roma: “Uno schifo, l’ennesimo affronto ai colori giallorossi e al calcio italiano”. Aggiungendo: “Provvedimenti vergognosi nei confronti dei tifosi che dovranno così perdere la prima trasferta europea”.
C’è da dire ad onor del vero che la risposta della UEFA su Mourinho e la Roma è stata di pura reazione, dunque universalmente applicabile a qualsiasi altro tecnico o club nella stessa identica circostanza. Il tutto, però, non cancella quanto avvenuto in campo a Budapest, dove è montata la rabbia per direzione e risultato.
UEFA, Ceferin e il “calcio del popolo”
Ciò spalanca le porte al duello principale della Roma di Mourinho, al di fuori dal campo: quello con i direttori di gara. Urla, proteste, gialli e rossi, il testa a testa prende forma ogni tre giorni all’Olimpico e fuori, con estremo ringraziamento da parte degli amanti della tensione agonistica.
Ma siccome è lì che rimane, in campo appunto, ci si interroga su un tema che la Sensi ha correttamente sollevato: giusto punire i tifosi? Le modalità della UEFA che sistematicamente colpisce uno per educarne cento sono come l’orologio a pendolo nel salotto di una signora anziana. Antiquariato puro.
Pertanto, se per le singole società in Italia e in Europa è possibile individuare singolarmente fautori di cori beceri, gesti violenti, lanci antisportivi, figurarsi i passi in avanti che potrebbero compiersi con i mezzi a disposizione di un organo come la UEFA.
Ceferin ha applicato la legge alla perfezione, se ci limitiamo al comportamento di Mourinho e alla multa scattata nei confronti della Roma. Ma al contempo, con fare quasi paradossale, la vicenda Budapest ha rimesso a nudo tutti i limiti di un’istituzione che si vanta di avanguardismo e progresso. Con buona pace dei tifosi: coloro che finanziano il sistema, coloro ai quali è diretto lo slogan anti-Superlega “calcio del popolo”. Gli stessi che, ancora una volta, escono sconfitti come categoria ed opinione pubblica generata.
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