Il tecnico giallorosso alla vigilia della finale europea di Tirana: «Siamo pronti a dare il massimo, sarà emozionante ma dobbiamo gestire i nervi»
Josè Mourinho ha rilasciato la consueta intervista al sito della UEFA, a poco più di 24 ore dalla finale di Tirana. Lo Special One ha focalizzato gli obiettivi principali della sfida e promesso ai tifosi il massimo impegno per conquistare la vittoria.
Parlando della competizione Mourinho ha spiegato: «La Conference è la nostra Champions, siamo in questa competizione quindi il livello è equivalente. Le semifinali sono state disputate in stadi gremiti e la Roma non gioca una partita come questa da tanto tempo». Sulla partita ha dichiarato: «Dobbiamo dimenticare il fatto che potremmo vincere il nostro primo trofeo UEFA, dobbiamo rimanere calmi e trattare questa partita con senso di responsabilità. La storia della Roma dobbiamo dimenticarla per focalizzarci sulla partita secca e sugli avversari, ci sarà pressione lo sappiamo». In merito al piano partita: «Le finali non hanno favoriti e la percentuale di vittoria si divide in 50 e 50. Quello che garantisco è che faremo del nostro meglio per portare la bilancia dalla nostra parte -ha poi proseguito parlando del ruolo dei giocatori- le finali sono le loro partite, si palesa tutto il lavoro svolto in 9 e 12 mesi, possiamo dare un piccolo contributo ma starà a loro farsi trovare pronti e io sono sicuro che lo saranno».
Lo Special One ha ricordato il percorso della Roma: «Sono in un club grande e fin da subito ho sentito la responsabilità di fare bene in questa competizione. Ci siamo prefissati l’obiettivo di arrivare fino in fondo e ci siamo arrivati, ora manca l’ultimo atto». Sul Feyenoord: «Non si possono negare i meriti, hanno superato 14 partite, sono stati bravi e hanno meritato questa finale».
Una battuta finale sull’eventuale vittoria della coppa: «Mi piacerebbe e sulla possibilità di vincere quattro competizioni europee con quattro strade diverse, rispondo che non è facile vincere continuamente per tutta la carriera. Non voglio fermarmi perché la passione non cambia»