Molto probabilmente la sconfitta di ieri sera contro la Lazio ha scoperchiato il vaso di pandora in casa Milan. I rossoneri sono nel vortice di pesanti critiche da parte dei propri tifosi che hanno nel mirino società, giocatori e allenatore. A peggiorare la già grave situazione sono i risultati mediocri, con un pessimo 9° posto in Serie A, e l’eliminazione prematura dalla Champions League.
Milan, prima il silenzio, poi la dura contestazione
Ieri il Milan ha visto, molto probabilmente, l’apice della contestazione della Curva Sud. Infatti, la frangia più calda del tifo rossonero, in occasione del match contro la Lazio, è rimasta fuori per i primi 15 minuti e ha esposto uno striscione che non lascia altre interpretazioni: “Solo per la maglia”.
Leggi Anche
Per il resto della partita, persa per un rigore al 94°, i tifosi milanisti hanno intonato diversi cori all’indirizzo della contestata proprietà. Nel mirino in primis il proprietario, Gerry Cardinale, ma anche Zlatan Ibrahimovic, uomo chiave della dirigenza statunitense. A essere finiti nell’occhio del ciclone anche i calciatori e l’allenatore Sergio Conceicao con gli addetti ai lavori che prevedono un suo imminente esonero. Sembrerebbe pronto alla sostituzione Mauro Tassotti, leggenda del Milan degli anni 80′ e 90′.
Conceicao sul banco degli imputati
Sui social appare evidentemente tutto lo sconforto dei tifosi rossoneri. “Questa è la fine del Milan”, recita uno post su X di un tifoso milanista. Altri, invece, criticano pesantemente Sergio Conceicao, reo di “aver preso una squadra al 7° posto e di averla portata al 9°”. Lo stesso tecnico, nell’intervista dopo l’ennesimo ko, ha dichiarato di “non aver mai visto un ambiente del genere e i giocatori sentono cosa sta succedendo”.
In un ambiente in aperta contestazione, sono piovute critiche anche sulla quarta maglia. Presentata nella partita di ieri sera, per molti tifosi è molto lontana dai colori storici della società rossonera, ricordando più la Nazionale portoghese. Il campanello d’allarme è suonato forte e chiaro e tutti sono in discussione.
© Riproduzione riservata