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Velasco si complimenta con Mattarella e saluta De Gennaro

A Trento, al festival dello sport, Julio Velasco ha commentato la vittoria ai mondiali di pallavolo, mostrando la stima che ha per le sue ragazze che ormai segue da due anni

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Al festival dello sport di Trento è stato ospite l’uomo del momento, Julio Velasco, allenatore della nazionale femminile di pallavolo. Ha raccontato aneddoti sulla sua squadra, ma ha anche rivelato com’è stato dire addio al libero Monica De Gennaro che ormai ha raggiunto l’età giusta per lasciare. Non è mancato poi un riferimento a Sergio Mattarella, incontrato lo scorso 8 ottobre, insieme alla squadra.

Velasco su Mattarella: “Sa tutto di pallavolo”

Julio Velasco su Sergio Mattarella ha detto: “Lui sa tutto di pallavolo. Mi ha sorpreso. È un presidente benvoluto da tutti, amato da tutti, e ha una sensibilità sportiva. Quello che mi ha colpito di più è quando ha chiamato quelli che avevano preso il quarto posto alle Olimpiadi, dopo la polemica sulla ragazza che era arrivata quarta. Questo vuol dire avere una grande sensibilità”.

Velasco: “De Gennaro una giocatrice straordinaria”

Velasco ha avuto bellissime parole per Monica De Gennaro, libero uscente della Nazionale: “E’ una delle giocatrici più straordinarie che io abbia mai avuto. Il fatto che sia andata via non voglio pensarlo come una perdita, perché ha dato tanto, la vita va avanti e ha fatto una scelta secondo me ponderata. Abbiamo brave giocatrici che avranno la loro opportunità”.

Velasco e il rapporto con i giovani

Al festival Velasco ha ricordato anche quanto sia importante il giusto approccio con i giovani, soprattutto quello che un allenatore deve avere in un ambiente sportivo: “L’errore più grande che si possa fare è giudicare i giovani o dire noi eravamo meglio di noi. O ancora: i giovani di adesso non parlano tra loro. Non è vero: non parlano quando ci siamo noi. Alle ragazze ho chiesto di farmi ascoltare la loro musica per capirle. C’è chi ascolta il rap, a me non piace ma mi interessa sentire e capire le parole che sentono i giovani”.

E poi ha aggiunto sulla sua squadra: “E’ bello essere miti e leggende perché hai vinto ma tutto ciò a volte disumanizza le persone. Sono tutte ragazze da piccole non sapevano fare niente, poi hanno imparato a giocare a pallavolo. Certo che sono speciali, ma non troppo speciali. Ognuna deve aspirare a fare il meglio di quello che può fare”.

Velasco e il futuro della nazionale di pallavolo femminile

Velasco ha ammesso che sa bene che ora le aspettative si sono alzate: “Ora sappiamo benissimo che da oggi sarà ancora più dura. Dopo aver letto il titolo di oggi, ‘Le invincibili’, ho toccato tutto per scaramanzia. Porta una sfortuna tremenda perché prima o poi perderemo. Non alimentiamo questa cosa per cui si vince e allora la cosa più normale è vincere di nuovo, perché, invece, per un discorso di probabilità la cosa più normale è perdere. Quando si iniziano i campionati partiamo tutti da zero punti”.

Poi ha spiegato: “Il momento della vittoria è un momento che è emozione pura. Non ci sono ragionamenti. È proprio la gioia. È un’allegria incredibile, ma subito c’è un piccolo momento di depressione, come quando una donna partorisce”.

Velasco ha anche confessato che non vuole che le sue ragazze dipendano da lui: “All’inizio di questi due anni ho posto alle ragazze l’obiettivo di essere autonome e autorevoli. Autonome perché non dovevano dipendere dall’allenatore. Non mi piace l’allenatore che si mette dentro la riga, con un piede dentro. Dà un messaggio sbagliato. Non mi siedo, perché non si siede nessuno, ma ho fatto tutto il lavoro, e ora ci pensate voi: voi siete le giocatrici, voi siete autorevoli. E siete anche autonome. Non dipendete da me, non dipendete da nessuno“.

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