Giacomo Tortu, fratello del campione olimpico Filippo, è stato squalificato per 3 anni con l’accusa di spionaggio ai danni di Marcell Jacobs. Invece è stata assolta la Milano Raptors, la sua società sportiva e suo fratello che sembra non essere coinvolto nel caso. Lo ha deciso il tribunale federale della Fidal.
Giacomo Tortu: è arrivata la squalifica, ma poteva andare peggio
Il Tribunale Federale della Fidal, la Federazione di atletica leggera, ha squalificato e inibito per 36 mesi Giacomo Tortu, fratello di Filippo, campione olimpico nella 4×100 a Tokyo. Con l’accusa di spionaggio illegale ai danni di Marcell Jacobs. Rigettando la prima proposta che consisteva nella radiazione.
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Secondo quanto emerge dalla lettura del lungo dispositivo, Giacomo è tesserato Fidal e si è assunto, sin da subito, la sola responsabilità dell’accaduto. Nella sentenza si legge che a Tortu “è fatto divieto divieto di svolgere in tale periodo qualsiasi attività in ambito Fidal a decorrere dalla data di notificazione di questa decisione”.
Invece è stata assolta la società Raptors Milano, con la quale è tesserato Giacomo Tortu.
Giacomo Tortu, l’inchiesta
Il caso era scoppiato il 14 febbraio quando l’ex superpoliziotto Carmine Gallo aveva verbalizzato che Giacomo Tortu avesse chiesto informazioni sugli esiti di analisi del sangue e sui contenuti di telefonate tra Jacobs e il suo personale staff.
Inoltre Tortu avrebbe ingaggiato un superhacker, Gabriele Pegoraro, affinché potesse trovare tracce di doping nel sangue di campione olimpico Marcell Jacobs.
Sul caso si era esposto anche il velocista, ospite a Belve il 29 aprile, aveva dichiarato che non avrebbe mai potuto credere al possibile coinvolgimento di Filippo Tortu in questa storia, dato il loro legame stretto: “Di Filippo non potrei pensare che fosse a conoscenza di questa cosa, se dovesse emergere sarebbe una bella batosta per tutta la squadra“.
Adesso la Procura ha stabilito le colpe di Giacomo Tortu e l’atleta, anche lui velocista, non potrà gareggiare per i prossimi tre anni.
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