La vita che volevi, la nuova serie tv diretta da Ivan Cotroneo, debutta oggi su Netflix con protagonista Vittoria Schisano, nei panni di Gloria, una donna transgender che improvvisamente si ritrova a coprire il ruolo di madre. Si tratta di un prodotto che vuole “battere gli stereotipi“, come sottolineato dallo stesso regista che ha spiegato come la sua protagonista sia “una persona affermata, di successo, ma che certo ha un passato“.
Vittoria Schisano ha rivestito il ruolo alla perfezione, tanto da avere difficoltà a scostarsi dal suo personaggio, avendolo vissuto e interpretato a 360 gradi. La serie è stata creata e scritta da Ivan Cotroneo e Monica Rametta e la produzione è a cura di Massimo Del Frate, Head of Drama per Banijay Studios Italy. La produzione de La vita che volevi ha voluto concentrarsi su un argomento ancora non esplorato dalla serialità italiana, cioè quello di una donna e madre transgender.
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La trama de La vita che volevi
La serie segue la storia di Gloria, una donna transgender la cui vita viene stravolta dal ritorno di una sua amica, Marina, con cui aveva avuto una breve relazione nella sua vita precedente alla transizione. Da questa è nato un bambino, che nella serie ha 15 anni, e dovrà ricostruire il rapporto con Gloria che dovrà ora vestire i panni di una madre. Un percorso particolare che sonda un terreno sconosciuto, quello della maternità degli individui che hanno intrapreso o portato a termine il percorso di transizione di genere.
Nel corso degli episodi, Gloria dovrà fare i conti con “la vita che voleva“, affrontando i fantasmi del suo passato e anche quelli del suo presente. Riemergeranno figure importanti nella sua vita e anche individui che non hanno compreso o accettato il suo percorso.
Le parole di Vittoria Schisano
“La Vita che Volevi è una storia di legami, amicizia e scoperta, che racconta della felicità che crediamo di volere ma anche di quella che ci sorprende” ha confermato Vittoria Schisano, protagonista della serie, sottolineando che “Ivan ha detto che portavo verità a questo personaggio. Quando ho iniziato a lavorare, vent’anni fa, non riuscivo a riconoscermi in nessuna storia. La donna transgender era sempre una sex worker o un’emarginata, bullizzata, o peggio“.
Gloria è un personaggio diverso, tanto che Schisano ha fatto fatica a distaccarsene, a lasciarlo andare. “Amavo il personaggio e non volevo abbandonarlo, Gloria è forte, una roccia, io ho più fragilità. Grazie a lei sono maturata, sono forse diventata ancora più determinata, tanto che Ivan mi telefonava e mi diceva: ‘Torna, tu sei Vittoria e non Gloria‘ – ha ricordato l’attrice – Poi l’ho lasciata andare, mi sono comunque comprata la casa in Puglia perché io napoletana doc, mi sono innamorata di questa terra e delle persone, è stata un’esperienza così bella umanamente“.
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