Martedì 10 giugno, in prima serata su Rai Due, debutta Belve Crime, il nuovo programma spin-off condotto da Francesca Fagnani. La prima puntata vede protagonista una testimonianza d’eccezione: quella di Tamara Ianni, collaboratrice di giustizia, la cui scelta di parlare ha permesso, nel gennaio 2018, l’arresto di ben 32 membri del clan Spada di Ostia, legati ai famigerati Casamonica. Un’organizzazione criminale che per anni ha perseguitato, minacciato e torturato la donna e la sua famiglia.
Oggi Tamara e suo marito vivono sotto protezione. Entrambi erano inizialmente inseriti nell’ambiente malavitoso di Ostia: il marito faceva parte del clan rivale dei Baficchi ed era il nipote prediletto del boss Giuseppe Galleoni, detto Baficchio. Le continue faide e le vendette tra i clan hanno portato Tamara a decidere di raccontare tutto agli inquirenti.
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Belve Crime, la testimonianza di Tamara Ianni
Oltre all’aver tenuto testa alle forti dichiarazioni di un’altra ospite, Eva Mikula, Francesca Fagnani ha chiesto: “Ci è voluto più coraggio o disperazione per iniziare a parlare?“. La risposta è stata: “Disperazione“. La diretta interessata ha anche raccontato le violenze subite: “Un giorno un membro del clan Spada entrò a casa mia armato, insieme a Enrico Spada, detto Pelè, sieropositivo, che si era messo lamette in bocca per sputare sangue infetto di AIDS addosso a mio figlio di due anni. Per proteggerlo mi sono messa a chioccia e mi hanno riempita di botte“.
Con voce ferma, Ianni ha raccontato: “Mi picchiavano, entravano in casa di notte, volevano costringermi a prostituirmi, mi minacciavano con le pistole. Quando provarono a toccare mio figlio non ce l’ho più fatta. Ho alzato la testa“. Alla domanda su cosa abbia provato il giorno degli arresti, ha confessato: “Un senso di felicità, di euforia… ma anche tanta paura“.
Un racconto crudo e potente, che apre con forza l’inizio di Belve Crime, mostrando il lato più oscuro della malavita e il coraggio di chi ha deciso di spezzarne il silenzio.
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