Non si placano le polemiche attorno al Jova Beach Party, la serie di eventi organizzata dal cantante toscano sulle spiagge italiane che mette a serio rischio l’ecosistema delle zone costiere
Jovanotti e i suoi concerti continuano a far infuriare il mondo dell’ecologia italiana per via dell’alto impatto ambientale che il tour estivo, il Jova Beach Party, sta provocando. Parla per “Il Difforme” l’ecologa Perla Salzeri, esperta in ecologia e conservazione della megafauna marina, la quale racconta i rischi che le coste italiane stanno vivendo a causa degli eventi musicali del cantante toscano: «La spiaggia è un ecosistema e il suo funzionamento può essere paragonato a una catena di montaggio: se c’è un’azione che non viene effettuata correttamente, tutti i passaggi successivi saranno compromessi. Per questo quando Jovanotti ribadisce nelle interviste che le spiagge saranno lasciate più pulite di come sono state trovate non sta comprendendo che i suoi concerti hanno un vero impatto sull’ambiente».
E per far capire bene le dimensioni dell’impatto ambientale spiega: «Bisogna immaginare questo scenario come se 40mila persone entrassero dentro casa nostra di notte all’improvviso, con luci e musica e iniziassero a saltare ripetutamente sul nostro letto, lasciando poi sporcizia ovunque. È riduttivo, di fronte a tutto ciò, giustificare il tutto con la scusante che le spiagge poi tornino più pulite di prima».
Fra inquinamento e abbattimento degli alberi
Non è solo il problema della plastica, ma anche di inquinamento acustico e luminoso in una serie di azioni che hanno modificato un paesaggio per sempre. Per costruire un palco bisogna, infatti, passare con camion sulla spiaggia: una zona in cui questi mezzi pesanti non dovrebbero proprio entrare. Perché? Il loro passaggio comporta la dispersione dei granelli di sabbia che, a lungo andare, non potrà più tornare.
«È ancora più shockante il fatto che per il passaggio di camion siano stati abbattuti ben 75 metri di tamerici proprio per la costruzione del palco. Sono importanti perché contribuiscono alla nidificazione del fratino, che avviene proprio fra maggio e luglio. Luci, musica assordante, persone che saltano per ore: per gli animali è una situazione di stress – continua Salzeri – Ad esempio, le tartarughe “nostrane”, le Caretta caretta, possono essere fortemente disorientate dalle luci, anche se poste a lunga distanza. C’è poi il rischio che eventuali nidi non ben identificati siano distrutti».
Jovanotti e i concerti in spiaggia: una polemica che va avanti dal 2019
L’estate del 2022 riapre la grande stagione degli eventi live, che dopo i due anni di pandemia sfiorano le capienze e gli introiti del periodo pre-Covid. Nella lunga sfilza degli eventi organizzati, è tornata anche la seconda edizione del Jova Beach Party, la serie di concerti di Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, lungo le spiagge italiane.
I ventuno appuntamenti musicali continuano a raccogliere, data dopo data, sempre più proteste ambientaliste. Ad essere presi di mira, ragionevolmente, non solo il cantante toscano ma anche il WWF, l’associazione sulla tutela e salvaguardia della fauna e flora mondiale, che si è resa partner del Jova Beach Party.
Esperti della biodiversità costiera italiana denunciano, infatti, come i grandi lavori di preparazione delle spiagge e il montaggio del palco, abbiano comportato seri danni all’ecosistema delle diverse regioni italiane.
L’ultimo caso è stato quello della spiaggia di Fermo, nella zona di Casabianca, dove il passaggio delle ruspe preconcerto ha spianato le dune sabbiose per renderle un’unica pista dove accogliere le oltre 30mila persone pronte ad assistere allo spettacolo. L’area calpestata dal pubblico era già stata messa a serio rischio nel 2019, durante il precedente tour di Jovanotti, per la nidificazione del fratino, un piccolo uccello trampoliere sotto tutela.
Dopo i concerti pre-pandemia del cantante toscano, la zona del lido di Fermo era stata lentamente bonificata fino a tornare, grazie anche ai lockdown che hanno abbassato la frequentazione delle zone, al verde di prima. Dalle immagini che emergono dalla rete, la preparazione dell’area ha ridotto nuovamente la spiaggia in malora.
Eppure Jovanotti si è sempre definito «salutista e ambientalista», attento alle dinamiche ecologiste e con una parola di riguardo sui temi green degli ultimi anni. Nonostante il cantante e la stessa WWF continuino a sostenere che non c’è niente di dannoso e che ogni lavoro pre e post concerto sia eseguito nel rispetto della natura, sono ancora molte le accuse di greenwashing – ossia quell’atteggiamento di facciata, falsamente ecologista, che persone di rilevanza o azienda.
Come è possibile che queste spiagge italiane così preziose ma allo stesso tempo fragili possano reggere un palco di grandi dimensioni e una capienza tale? È oscuro anche il motivo per cui, sia Jovanotti che il WWF non ritengano dannosi le luci sparate dal palco durante tutto il concerto o l’alto volume delle casse che tiene viva l’atmosfera fin dal primo pomeriggio, con le varie aperture di artisti ospiti.